Dopo il voto di domenica, Vienna sempre più vicina al Gruppo di Visegrad
di Mara Carro
Con l’Austria che assumerà la presidenza del Consiglio europeo nella seconda metà del 2018, la composizione del prossimo governo di Vienna apre prospettive inedite per il futuro prossimo dell’Europa.
I risultati delle elezioni anticipate per il rinnovo del Nationalrat, la camera bassa del Parlamento austriaco, indette dopo che lo scorso maggio la coalizione al governo formata dal Partito Socialdemocratico (SPÖ) e il Partito Conservatore (OVP) era entrata in crisi, hanno confermato le previsioni della vigilia. Il Partito Popolare è stato portato al successo dal suo nuovo leader, l’ex ministro degli Esteri, Sebastian Kurz, che ha cavalcato punti programmatici del Partito della Libertà (FPO), arrivato terzo, come la lotta all’immigrazione, la chiusura delle frontiere europee e la critica dell’Unione europea (Ue). Tra di loro, seconda forza, i socialdemocratici del cancelliere uscente Sebastian Kern.
Il sistema elettorale austriaco raramente produce maggioranze assolute, per cui Kurz avrà bisogno di un partner per governare. Anche se non è da escludere una riedizione della Große Koalition accanto al Partito Socialdemocratico, gran parte della stampa sostiene che il Cancelliere in pectore costituirà una coalizione con il FPÖ, il cui leader, Heinz-Christian Strache, potrebbe diventare vice-cancelliere e rivendicare per sé la carica di Ministro dell’Interno.
L’ipotesi di un’alleanza tra Övp e Fpö potrebbe avere conseguenze anche a livello europeo. Nel 2000, l’alleanza di centrodestra fra l’allora cancelliere dell’Övp, Wolfgang Schüssel, e l’estrema destra di Jörg Haider innescò una dura contestazione a livello europeo, con i membri dell’Ue che boicottarono politicamente l’Austria e rifiutarono i contatti bilaterali. Oggi, il quadro politico dell’Europa è differente. In molti Stati membri dell’Ue i movimenti nazionalisti riscuotono buoni risultati elettorali. Inoltre, con l’Unione già in aperto conflitto con l’Ungheria e la Polonia, e i dossier Brexit e Catalogna ancora sul tavolo, è improbabile che Bruxelles o altri Stati europei sceglieranno la via del confronto con Vienna.
Lo spostamento verso destra nella politica austriaca arriva a meno di un mese dal risultato di Alternative für Deutschland (AfD) e dei liberali in Germania. Il dato conferma che in alcune aree d’Europa il sentimento politico si sta orientando verso un’agenda nazionalista, ma gli accostamenti tra i vari partiti di destra non vanno esagerati. Sebbene si registri una convergenza nell’ambito del gruppo “Europa delle Nazioni e della Libertà” al Parlamento Ue, questo non significa che queste formazioni siano ideologicamente identiche. Nello specifico, il FPÖ si differenzia principalmente dagli altri partiti populisti di destra in quanto vuole rimanere nell’Unione europea. Al contrario di AfD in Germania, è una forza consolidata nella politica austriaca e ha ottenuto oltre il 10 per cento dei voti nelle elezioni federali dal 1990, raggiungendo il 26,91 % nel 1999 e il 20,51 % nel 2013. Nel 2016, Norbert Hofer, candidato alle elezioni presidenziali d’Austria per il FPÖ, è arrivato al ballottaggio con Alexander Van der Bellen, candidato dei Verdi poi eletto solo dopo la ripetizione del voto decisa dalla Corte Costituzionale del Paese.
A livello di equilibri europei, Vienna ha sempre adottato un atteggiamento neutrale proponendosi spesso come mediatore fra le istanze dell’Ovest e dell’Est europeo in materia di accoglienza e immigrazione. Negli ultimi due anni l’Austria si è però avvicinata politicamente al Gruppo di Visegrad e la nuova composizione del Parlamento potrebbe allontanarla ancora di più da Bruxelles e dalla Germania di Angela Merkel e allinearla all’Ungheria di Orban e agli altri membri di questo gruppo, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Un nuovo governo austriaco costruito intorno al partito popolare Övp inevitabilmente spingerà a rafforzare i controlli alle frontiere esterne dell’Ue. Kurz, che ha svolto un ruolo decisivo nella chiusura della rotta balcanica nel 2015, chiedendo anche la chiusura della rotta del Mediterraneo e proponendo di bloccare i rifugiati su un’isola (Lesbo o Lampedusa) per poi rimpatriare da lì i migranti illegali, sosterrà questa politica, così come il FPO.
D’altra parte, Sebastian Kurz ha ripetutamente espresso il suo impegno verso l’Europa, affermando che “per un piccolo paese come l’Austria non esiste alternativa all’integrazione europea”. Riguardo al Libro Bianco di Juncker per la riforma dell’Ue, Kurz si vede chiaramente a favore dello scenario numero quattro: “fare meno, in modo più efficiente”. Non esattamente la visione dell’Europa di Emmanuel Macron per una maggiore integrazione.
Il successo del partito conservatore di Kurz e l’avanzata del Partito della Libertà (FPÖ) ha travalicato i confini nazionali e le congratulazioni sono arrivate soprattutto dai nazionalisti europei, tra cui Marine Le Pen e Geert Wilders. Il risultato elettorale austriaco è stato salutato con euforia anche a casa nostra dalla Lega di Matteo Salvini, che come il suo partner europeo, FPO, sposa la causa della limitazione dei flussi migratori.
Un’eventuale alleanza di governo in Austria tra popolari e FPO potrebbe essere una fonte di ispirazione per il centrodestra italiano. Un esperimento non nuovo, dal momento che più volte in Italia abbiamo assistito a esecutivi di coalizione Forza Italia – Lega Nord ma che potrebbe ripetersi, con le prossime elezioni, in un mutato quadro socio-politico dove i rapporti di forza sono ancora da stabilire e l’elettorato è agitato da nuove domande, come l’immigrazione indiscriminata, la lotta al terrorismo e la carenza di lavoro per i giovani. Secondo i sondaggi, un’alleanza Forza Italia-Lega può puntare a conquistare Palazzo Chigi, e lo scenario sarebbe ancor più plausibile in caso di tridente Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia. Le analogie con il panorama austriaco non mancano. Lo stesso Silvio Berlusconi ha sottolineato in un’intervista al Corriere della Sera la vicinanza con l’OVP che, come Forza Italia, si colloca nel Partito popolare europeo. Al tempo stesso va ricordato che FPO è da anni alleato della Lega in Europa. La “forza calma” e “l’irruenza”, per parafrasare le parole del fondatore di Forza Italia.