In base all’ultimo rapporto ISTAT, a giugno 2022, cresce il numero di occupati per effetto della crescita dei dipendenti permanenti, superando nuovamente i 23 milioni e diminuisce quello di disoccupati e inattivi, rispetto al mese precedente. Il tasso di occupazione sale a 60,1% (valore record dal 1977), quello di disoccupazione è stabile all’8,1% e il tasso di inattività scende al 34,5%.
L’occupazione aumenta (+0,4%, pari a +86mila) per entrambi i sessi, per i dipendenti permanenti e in tutte le classi d’età, con l’eccezione dei 35-49enni tra i quali diminuisce; in calo anche gli autonomi e i dipendenti a termine. La diminuzione del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,7%, pari a -91mila unità) coinvolge uomini e donne e le classi d’età al di sotto dei 50 anni. Il tasso di inattività scende al 34,5% (-0,2 punti).
Confrontando il secondo trimestre 2022 con il primo, si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,4%, per un totale di 90mila occupati in più. La crescita dell’occupazione registrata nel confronto trimestrale si associa alla diminuzione sia delle persone in cerca di lavoro (-3,8%, pari a -81mila unità), sia degli inattivi (-0,5%, pari a -61mila unità).
Il numero di occupati a giugno 2022 supera quello di giugno 2021 dell’1,8% (+400mila unità); l’aumento è trasversale per genere ed età. L’unica variazione negativa si registra tra i 35-49enni per effetto della dinamica demografica; il tasso di occupazione, in aumento di 1,6 punti percentuali, sale infatti anche tra i 35-49enni (+0,9 punti) perché, in questa classe di età, la diminuzione del numero di occupati è meno marcata di quella della popolazione complessiva.
Rispetto a giugno 2021, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-13,7%, pari a -321mila unità) e il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,0%, pari a -400mila). Sul fronte economico l’Fmi ha stimato che il pil crescerà del 3% nel 2022 e dello 0,7% nel 2023, a causa della crisi dovuta alla guerra in Ucraina.
Dal 2024 il rallentamento dei prezzi dell’energia e l’elevata spesa pubblica nell’ambito del Pnrr sosterranno invece nuovamente la crescita. L’inflazione media annua avrà un picco del 6,7% nel 2022, per poi tornare a scendere negli anni successivi.