Approvati in via definitiva dal Cdm la riorganizzazione delle società partecipate e l’attuazione delle direttive europee
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo, venerdì scorso, a una serie di importanti provvedimenti tra cui il decreto legislativo sul riordino delle partecipate pubbliche e quello di attuazione delle direttive europee sulla Valutazione di Impatto Ambientale (Via). Il Cdm ha approvato anche in via preliminare il decreto legislativo per l’attuazione della legge delega sul reddito di inclusione. Approvato anche il decreto legge per il rilancio del Mezzogiorno.
Per quanto riguarda la riforma della pubblica amministrazione sono state introdotte, appunto, alcune novità riguardanti le società partecipate. Tra queste, una riguarda la possibilità di prevedere partecipazioni nelle società che hanno per oggetto sociale “la produzione di energia da fonti rinnovabili”. Per quanto riguarda gli indicatori dimensionali delle partecipate, vengono individuate cinque fasce per classificare le società.
Il provvedimento prevede la possibilità per le PA di acquisire o mantenere partecipazioni di società che producono servizi di interesse economico generale anche nel caso in cui non rientrino nell’ambito di riferimento della partecipata, ma questo può avvenire solamente in seguito a un affidamento a evidenza pubblica. Rimane invariato il principio dell’In House, secondo cui la società deve garantire che oltre l’80% del suo fatturato derivi dalla sua attività principale.
Per quanto concerne i vari termini previsti dalla riforma della Pa, per l’applicazione del criterio del fatturato medio non superiore al milione di euro viene stabilito che il primo triennio di riferimento sia quello 2017-2019. Viene concessa una proroga al 30 settembre 2017 per la ricognizione di tutte le partecipate possedute e una alla stessa data per la contestuale ricognizione del personale in servizio. Viene inoltre fissato al 31 luglio il termine per l’adeguamento delle società a controllo pubblico alle disposizioni in tema di governance societaria.
Il Consiglio dei Ministri ha anche approvato il decreto con il quale si dà attuazione alle norme europee sulla Valutazione di Impatto Ambientale con l’obiettivo di “efficientare le procedure e innalzare i livelli di tutela ambientale”. Il governo sottolinea come i tempi medi per la conclusione dei procedimenti di Via si attestino ora intorno ai 3 anni, periodo che verrebbe reso più breve con le nuove normative.
Tra le novità introdotte dal decreto c’è la possibilità per il proponente di richiedere il rilascio di un provvedimento unico ambientale, in alternativa alla Via ordinaria, per sostituire i titoli autorizzativi legati a fattori ambientali. Si introducono “termini perentori” per la conclusione dei procedimenti e la possibilità della “sostituzione amministrativa in caso di inadempienza”. Inoltre le regole per il procedimento saranno “omogenee in tutto il territorio nazionale”.
Uno dei punti su cui l’Italia doveva adeguarsi alle normative europee riguardava la nuova definizione di impatti ambientali che è stata ora modificata, comprendendo anche gli effetti di un progetto su “popolazione, salute umana, patrimonio culturale e paesaggio”.
Altra possibilità introdotta dal decreto è quella di richiedere il pre-screening, cioè una valutazione preliminare del progetto per individuare con precisione la procedura da avviare.
I proponenti non dovranno inoltre più presentare gli elaborati progettuali nella verifica di assoggettabilità alla Via, ma sarà sufficiente uno studio preliminare ambientale. Sarà inoltre consentito ai proponenti di applicare la nuova disciplina in materia anche sui procedimenti attualmente in corso. Infine, la nuova disciplina prevede un importante ampliamento della partecipazione del pubblico, estendendolo a tutte le persone residenti nei territori potenzialmente interessati dal progetto.