A cura dell’Avv. Michele Femminella*
Nel mare magnum della normazione emergenziale, tra bonus afferenti pressoché ogni aspetto della vita umana (dalle vacanze agli animali domestici, dai monopattini agli occhiali da vista) si staglia senz’altro per la sua imponenza – non foss’altro per l’impegno economico assunto dallo stato in tal senso – il Superbonus 110% (o meglio, i due bonus 110%, eco e sismabonus) che nelle intenzioni del Governo (ormai ex) avrebbero una duplice ed ambiziosa finalità: da un lato quella di rilanciare un settore storicamente trainante dell’economia italiana, l’edilizia; dall’altro quella di riuscire finalmente a porre in essere passi importanti verso una sempre più organica transizione green anche relativamente agli edifici ad uso abitativo e, allo stesso tempo, adeguarne le caratteristiche strutturali ai requisiti richiesti in materia antisismica.
D’altra parte il perseguimento degli obiettivi di adeguamento ecologico e sismico degli edifici abitativi risulta fondamentale per un paese come l’Italia flagellato dal dissesto idrogeologico e da frequenti e spesso gravi eventi tellurici e, più in generale, data la vetustà di una buona fetta di immobili disseminati lungo tutto lo “stivale”.
Entrando nello specifico delle misure agevolative, per quanto concerne l’Ecobonus 110%, questo spetterà per tutti i lavori di efficientamento energetico, nei limiti di spesa individuati per ciascuno di essi, a condizione che seguano almeno uno degli interventi cosiddetti trainanti, vale a dire le opere di isolamento termico degli edifici, la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernali nelle parti comuni dei condomini e la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti a pompa di calore in abitazioni unifamiliari. Come anticipato, il super bonus del 110% spetterà anche per i lavori di adeguamento antisismico.
I lavori per i quali si potrà beneficiare dei bonus dovranno essere eseguiti nel periodo temporale ricadente tra il 1° luglio 2020 ed il 31 dicembre 2021. Al fine di poter concretamente beneficiare della detrazione fiscale del 110% è stato previsto un doppio meccanismo di sconto in fattura e cessione del credito a soggetti terzi, tra cui banche, compagnie assicurative e le stesse imprese che svolgono i lavori.
Occorre a questo punto operare delle riflessioni in merito alla ratio ed alle motivazioni sottese ai detti bonus che, è bene puntualizzare, prima facie appaiono consistenti e senz’altro apprezzabili. L’obiettivo, volto ad ottenere un miglioramento delle condizioni degli edifici ad uso abitativo da un punto di vista dell’efficienza energetica e della stabilità strutturale, è assolutamente essenziale e primario, così come è essenziale il perseguimento dell’obiettivo di rilanciare l’economia nazionale attraverso l’edilizia.
E proprio da questo ultimo punto di vista le misure di cui si discute si lasciano apprezzare perché prodromiche non delle “classiche” colate di cemento cui l’edilizia selvaggia italiana ci ha abituati nel corso degli ultimi decenni, bensì di mere e “innocue” ristrutturazioni, nel senso ampio del termine. Insomma, i bonus 110 % vanno ad agevolare ed incoraggiare interventi su edifici già esistenti, risultando dunque a “cementificazione zero”. Pertanto, considerando anche il perseguito obiettivo dell’efficientamento energetico degli immobili, trattasi di finalità doppiamente green.
Fin qui gli aspetti positivi delle misure in analisi. Non tardano, tuttavia, a palesarsi le criticità a corredo delle antescritte agevolazioni. Il lato oscuro dei Superbonus si mostra in toto nell’impatto burocratico che le dette misure impongono agli aspiranti beneficiari. Basta dare infatti una rapida occhiata alla ciclopica check-list relativa alla documentazione che occorre per avviare le pratiche ed arrivare all’agognato traguardo dell’ottenimento e della cessione del credito di imposta riconosciuto, per rendersi conto che non è affatto facile districarsi tra le incombenze e gli adempimenti posti a carico del cittadino che, giocoforza, dovrà affidarsi al supporto di professionisti e studi tecnici che possano seguirlo a 360 gradi in tutta la procedura.
L’impercorribilità della strada del “fai da te”si rende ancor più evidente stante l’elevatissimo grado di rischio di commettere errori nel dedalo delle previste procedure. Rischio però che non può essere neppure contemplato vista l’importanza e la gravosità degli interventi, anche da un punto di vista meramente economico.
Dunque il più evidente collo di bottiglia delle misure di cui si discute è proprio quello relativo alla complessità delle procedure previste, all’eccessiva burocrazia, alla presenza di innumerevoli step da seguire in maniera meticolosa. Tutto ciò potrebbe finire con lo scoraggiare una buona fetta di potenziali soggetti beneficiari, finendo così per rendere pressoché vano il duplice obiettivo di boost al comparto economico dell’edilizia e del miglioramento in senso eco-friendly e di sicurezza degli immobili abitativi presenti sul territorio nazionale.
Concludendo, i Superbonus 110% sono un po’ il paradigma dell’Italia e delle sue contraddizioni, un’Italia che cerca di trascinarsi fuori, con tutte le difficoltà del caso, dalla grave crisi emergenziale ed economica in corso, che ha anche le idee giuste per farlo ma che, inesorabilmente, si impantana nei problemi storici del Paese, primo fra tutti quello dell’eccessiva farraginosità delle procedure e di un’Amministrazione Pubblica pronta a fustigare duramente chi, anche in buona fede, si ritrovasse smarrito nell’ipertrofia normativa a commettere fatali errori anche di mera forma.
La speranza è dunque riposta proprio nei professionisti, chiamati ad intervenire per alleviare il peso della burocrazia che grava sui cittadini e sulle famiglie, permettendo loro di dormire sonni tranquilli tra un’asseverazione e uno stato avanzamento lavori. Un fardello, quello della burocrazia (immancabile anche in tempi di Covid) che, considerata la congiuntura economico-sociale in essere ed in assenza di un valido supporto professionale, rischierebbe seriamente di diventare insopportabile e di frustrare anche le migliori intenzioni e, per ultime, le speranze stesse di chi si sforza di intravedere un barlume di luce nell’oscurità creata dalla crisi pandemica.
*Studio Viglione-Libretti & Partners