Depositata la nuova proposta Pd: sistema misto collegi-proporzionale. No da M5S e Mdp, ma Forza Italia apre all’intesa
Si è concretizzata, come annunciato pochi giorni fa, la mossa del Partito Democratico per cercare di sbloccare la vicenda della legge elettorale.
Nelle scorse ore, infatti, Emanuele Fiano alla Camera e Andrea Marcucci (in compagnia di alcuni colleghi, tra cui Roberto Cociancich e Giorgio Pagliari) a Palazzo Madama hanno depositato il testo del cosiddetto “Rosatellum 2.0” nelle rispettive Commissioni Affari Costituzionali.
LabParlamento è in grado di pubblicarne il testo.
Se era preventivato che la proposta dei dem si presentasse come un sistema misto maggioritario-proporzionale, con un terzo dei seggi assegnati attraverso collegi uninominali e due terzi con riparto su base nazionale in listini da 2 a 4 candidati, meno atteso era il ritorno delle coalizioni. Oltre a fissare una soglia di sbarramento al 3% per le singole liste, la riedizione del “Rosatellum” fissa al 10% il limite di accesso al Parlamento per i partiti che decidano di allearsi e presentare candidati unitari nei collegi. A quanto si apprende, inoltre, la proposta di riforma elettorale non consente il voto disgiunto e stabilisce un’alternanza di genere tra i candidati nella misura del 60-40%.
Il capogruppo Pd a Montecitorio Ettore Rosato ha definito la presentazione del testo come “l’ultimo tentativo possibile”, rimarcando che questo godrebbe “di un’ampia maggioranza, in quanto è sostenuto anche da una parte delle opposizioni”. Al di là del sostegno dei partner di governo di Alternativa Popolare, il “Rosatellum 2.0” sembra registrare il consenso di Lega Nord e Forza Italia (di “tentativo serio” ha parlato il presidente dei deputati azzurri Renato Brunetta), che se confermato alla prova dei fatti agevolerà senza dubbi il cammino del nuovo testo. Al contrario, Movimento 5 Stelle e Mdp hanno confermato la loro chiusura verso la proposta, definita da Luigi Di Maio “un grande inciucio di Pd e Fi per fermare il Movimento” e da Pierluigi Bersani “un orgasmo per il trasformismo”, in compagnia di Fratelli d’Italia, nonostante il gradimento per le coalizioni.
In attesa di verificare se quello di oggi sarà effettivamente un punto di svolta, Il tentativo dei dem ha avuto il primo effetto di modificare il programma dei lavori nella Affari Costituzionali di Montecitorio, da tempo al lavoro sulla legge elettorale. A quanto riferito dal presidente Andrea Mazziotti, martedì 26 settembre si terrà il voto per l’adozione del nuovo testo base per la discussione, mentre il giorno seguente scadrà il termine per gli emendamenti. Di conseguenza è probabile che, se le forze politiche riprenderanno a pieno ritmo l’esame del dossier in Commissione, l’Aula della Camera possa occuparsi della riforma nelle prime due settimane di ottobre, prima della presentazione della Legge di Bilancio.
Considerati i precedenti ben poco incoraggianti, appare prematuro dare un giudizio su quante chance il “Rosatellum 2.0” abbia di vedere la luce. Tuttavia, ciò che si può invece sostenere con cognizione di causa è che un ulteriore buco nell’acqua getterebbe ancor più cattiva luce sul Parlamento.
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