Dall’Aula di Montecitorio ok con voto segreto al “Rosatellum 2.0”. Ma a Palazzo Madama l’iter sarà tutt’altro che agevole…
di LabParlamento
Come da previsioni, l’iter del “Rosatellum 2.0” nell’Aula della Camera si è concluso nell’arco di poco più di due giorni. Dopo i tre voti di fiducia arrivati a cavallo tra ieri e oggi, poco fa l’Assemblea di Montecitorio ha dato via libera alla legge elettorale per un terzo maggioritaria e per due terzi proporzionale con 375 sì e 215 no. La maggioranza richiesta era di 296 voti a favore.
L’asse tra Partito Democratico, Forza Italia, Alternativa Popolare, Lega Nord ha dunque retto alla votazione finale a scrutinio segreto, superando una prova che se fosse fallita avrebbe determinato problemi politici ben più ampi dell’insuccesso della riforma elettorale. Ora la partita si sposta al Senato, dove i leader dei partiti promotori del testo (a cominciare da Matteo Renzi) contano di chiudere i giochi entro la fine di ottobre, in modo da evitare ogni rischio legato all’esito del voto regionale in Sicilia e qualsiasi sovrapposizione con l’imminente sessione parlamentare di bilancio.
Tuttavia, gli strascichi dell’intervento “a gamba tesa” del Governo in un dibattito dal quale (a detta del premier Paolo Gentiloni) sarebbe dovuto rimanere fuori, rendono il passaggio del “Rosatellum 2.0” a Palazzo Madama tutt’altro che agevole. Mdp è ormai a tutti gli effetti fuori dalla maggioranza, e il clima all’esterno del Parlamento, tra manifestazioni e proteste varie, è tornato a farsi teso: non proprio il contesto ideale per condurre in porto le regole per il rinnovo delle Camere.