di V.Sor.
Le Confederazioni sindacali, il Premier Mario Draghi e il ministro Renato Brunetta hanno firmato il 10 marzo, il ‘Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale’. Un patto in sei punti che si propone di superare la crisi economica e sociale generata dalla pandemia e rilanciare il Paese attraverso l’innovazione del lavoro pubblico, la formazione e la buona occupazione.
Un migliore funzionamento della macchina pubblica dovrebbe favorire, nelle intenzioni di Governo e sindacati, la coesione sociale e il soddisfacimento dei diritti dei cittadini. Un impegno importante a favore del rilancio del Paese che deve coinvolgere tutti, donne e uomini, in vista dell’utilizzo dei fondi del Next Generation EU.
In attesa del nuovo appuntamento tra Governo e sindacati del prossimo venerdì 13 marzo, finora, nell’accordo, impegni reciproci in sette punti: innanzitutto, la salvaguardia del potere d’acquisto degli stipendi nel lavoro pubblico. I rinnovi contrattuali per il triennio 2019 2021 dovranno salvaguardare l’elemento perequativo delle retribuzioni ed affrontare il sistema di classificazione del personale, con lo stanziamento di risorse aggiuntive nella legge di bilancio 2022.In secondo luogo, la revisione dello smart working; da strumento emergenziale, il lavoro agile dovrà diventare strumento ordinario di lavoro nella pubblica amministrazione, ma con regole nuove in grado di mettere fine alle discrasie e contraddizioni che lo hanno caratterizzato durante la pandemia. Lo smart working “rinnovato” dovrà garantire la produttività del lavoro e l’orientamento ai risultati, conciliare le esigenze organizzative della macchina statale con le esigenze di vita e di lavoro dei lavoratori, garantire il miglioramento dei servizi al cittadino.
Ma l’innovazione del lavoro pubblico ed il miglioramento dei servizi passano anche attraverso la valorizzazione del lavoro e delle professionalità, con la formazione intesa come diritto del lavoratore e la riqualificazione tramite percorsi di ampio respiro, basati sulle nuove professioni emerse durante la pandemia, sull’innovazione e sulle trasformazioni digitali.
Ed ancora: valorizzazione dei sistemi di partecipazione sindacale con processi di dialogo costante ai vari livelli, potenziamento del welfare contrattuale e delle misure a favore della genitorialità che devono integrare le prestazioni pubbliche.
Un patto di intenti e buone intenzioni che, se attuate, potranno aiutare a rinnovare la macchina pubblica. Se tradotte in misure specifiche, attraverso processi di dialogo tra le parti e strumenti innovativi di partecipazione ai processi decisionali, potranno disegnare la Pubblica Amministrazione di domani, come motore per il rilancio economico e sociale del Paese.