Il 3 e 4 luglio si è svolta a Roma la 15ª edizione della Conferenza Nazionale di Statistica, il tradizionale appuntamento biennale promosso dall’Istituto Nazionale di Statistica. La Conferenza Nazionale di Statistica rappresenta il principale luogo di incontro e di condivisione per i diversi attori del Sistema Statistico Nazionale, produttori e utilizzatori di dati.
L’edizione 2024, secondo l’ISTAT, è stata dedicata alle sfide, presenti e future, che la statistica ufficiale è chiamata ad affrontare con particolare riguardo alla diffusione e all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. La nuova frontiera tecnologica apre opportunità non solo per la produzione statistica basata sui sistemi integrati dei registri statistici, avviata negli ultimi anni, ma anche per le “Trusted Smart Statistics”, in grado di intercettare e tradurre in informazione statistica le nuove fonti di dati e gli sviluppi dei Big Data.
La rilevanza del tema affrontato nel corso della Conferenza è stata premiata dai numeri:150 relatori, 232 poster scientifici, 38mila visualizzazioni sui canali social, 4.300 partecipanti da remoto, 1.100 partecipanti alla Conferenza in presenza. Per il Prof. Francesco Maria Chelli, Presidente dell’Istat “non c’è da stupirsi se, in questa edizione 2024, abbiamo ritenuto che incontro, condivisione, riflessione, domande e risposte dovessero misurarsi con un fenomeno che richiede la nostra massima attenzione e considerazione: l’intelligenza artificiale, segno fortissimo del nostro tempo. Il tema in sé, lo sappiamo, non rappresenta una novità assoluta. La letteratura fantascientifica se ne alimenta da più di 150 anni”.
“La novità e la ragione per la quale abbiamo scelto questo tema per i nostri lavori – prosegue il Presidente dell’Istat – è rappresentata infatti dall’accelerazione senza precedenti della disponibilità degli strumenti dell’intelligenza artificiale generale, entrata a fare parte prepotentemente del complesso ecosistema culturale, economico, sociale ed istituzionale entro il quale e nei confronti del quale la statistica ufficiale svolge il proprio servizio al Paese”.
Alcuni dei momenti più importanti riguardanti il dibattito pubblico sull’Intelligenza Artificiale sono stati: ”L’integrazione dei dati e IA come leva per una crescita economica sostenibile e inclusiva”, moderata dal direttore Istat Stefano Menghinello, che si interroga su come gli algoritmi e il machine learning possano aiutare a migliorare il processo di integrazione e condivisione dei dati nella statistica ufficiale, e “Strategia nazionale per l’Intelligenza Artificiale”, moderata dal capo Dipartimento Massimo Fedeli, che si concentra sull’adozione di modelli IA etici e responsabili per favorire una cultura dell’innovazione equa e sostenibile.
Tra gli interventi dei numerosi ospiti molti i richiami all’importanza che l’IA sta assumendo sia in ambito statistico che normativo, sociale, economico. “L’utilizzo dell’Intelligenza artificiale offre un terreno ricco di opportunità perché ci permette di migliorare l’efficienza e l’innovazione e semplificare procedure amministrative” ha affermato Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica Amministrazione e Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa, ha osservato che “l’intelligenza artificiale è uno strumento molto utile” ma dev’essere utilizzata sotto il controllo umano.
Forti i richiami anche all’etica, per Paolo Benanti, professore Pontificia Università italiana, “il rigore scientifico deve accompagnare l’innovazione di strumenti che per la prima volta vogliono essere predittivi e, in quanto tali, sono anche produttivi di un comportamento all’interno di un gruppo sociale”.
Nel suo discorso conclusivo il presidente Chelli ha sottolineato come “l’utilizzo di Intelligenza Artificiale e Machine Learning è certamente un passaggio inevitabile nella statistica ufficiale. Tra i benefici attesi ci sono la possibilità di utilizzare a fini statistici fonti di dati non tradizionali, come immagini, segnali, testi, reti, in modo integrato con le tradizionali fonti, per ridurre i costi di rilevazione e il peso statistico sui rispondenti, e in linea con gli indirizzi a livello europeo e internazionale. Ma permangono “problemi, di natura metodologica, epistemologica e perfino etica, che riguardano la rappresentatività e la qualità dei dati”
Non solo IA. Nell’ambito della due giorni della Conferenza Nazionale di Statistica si è svolto l’evento “Definire e misurare la povertà educativa”, un fenomeno multidimensionale frutto del contesto familiare, economico e sociale in cui i minori vivono. I risultati di questo esercizio preliminare di valutazione dell’esposizione dei giovani di 0-19 anni al rischio di povertà educativa mette in luce una situazione di carenza di risorse educative e di difficoltà negli esiti scolastici. “La prima scelta che abbiamo fatto è stata quella di affrontare la povertà educativa individuando due dimensioni, quella relativa alle risorse, che sono quelle economiche ma anche quelle messe a disposizione dal territorio e dalla comunità educante, e quella relativa agli esiti”, spiega Monica Pratesi, direttrice del Dipartimento per la produzione statistica.
“Un altro aspetto importante è che la misurazione della povertà educativa non può coincidere solo con la dimensione scolastica e cognitiva, occorre considerare anche gli aspetti relativi all’educazione informale e a quella non formale. Questo è certamente un primo punto fermo: bisogna uscire dal solo ambito della scuola e investire di più sulle altre dimensioni della formazione”. Da qui una lista di 26 indicatori: “I primi risultati permettono una mappatura del territorio italiano a livello comunale, che ci consente di evidenziare moltissime differenze territoriali, per esempio fra i comuni delle aree urbane e non. Ci sono zone del meridione sopra la media nazionale e zone in Lombardia e Veneto sotto la media sia per risorse disponibili che per esiti individuali”.
Durante l’incontro a cui ha partecipato il viceministro del Lavoro e della Politiche sociali Maria Teresa Bellucci, sono stati presentati i primi risultati della misurazione di questo fenomeno multidimensionale. In tale ambito l’Istat si è fatto promotore di una Commissione scientifica inter-istituzionale a cui partecipano anche UNICEF, World Bank e UNESCO, Save the Children, Ministero dell’Istruzione e del Merito, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, l’Impresa sociale Con i Bambini, ANCI e INPS.