a cura di Dimitri Deliolanes
Tutti sappiamo che la multinazionale più estesa e più potente del mondo è quella costituita dai trafficanti di droga, il cui giro di affari è sicuramente molto rischioso ma rimane da parecchi decenni al primo posto. C’è però un’altra multinazionale meno estesa e forse meno potente ma molto più funzionale perché i suoi affari solitamente passano inosservati ed il giro d’affari è molto consistente e con meno pericoli. Stiamo parlando del traffico internazionale delle antichità, che è molto più esteso di quanto si possa immaginare.
Per ovvi motivi l’ Italia e la Grecia sono al centro di questo traffico internazionale, che per altro si estende, per quanto riguarda la nostra eredità culturale, anche in Nord Africa, Medio Oriente e Asia Minore. In alcuni di questi paesi la dominante religione islamica oppure un cieco nazionalismo non solo non favoriscono la protezione dei reperti antichi ma spesso favoriscono vere e proprie operazioni vandaliche.
Ho scoperto l’impressionante espansione della rete dei trafficanti di antichità grazie a un amico e collega. Si chiama Nikolas Zirganos ed ha speso gran parte della sua carriera giornalistica ad occuparsi proprio di questo traffico. Per capire il livello, lui è il giornalista che nei primi anni del secolo ha conquistato le pagine della stampa inglese e americana smascherando la più potente all’epoca banda di trafficanti del mondo. Era guidata dal britannico Robin Symes e dal greco Christos Michaelides. Avevano la loro base nell’isola Schinousa delle Cicladi. Attorno a loro si muovevano e probabilmente continuano a muoversi tombaroli professionisti ma anche contadini fortunati e perfino appaltatori di lavori pubblici che sistematicamente saccheggiano i reperti senza avvisare la sovrintendenza.
Dopo aver raccolto il bottino in Grecia ma anche in Italia, i due avevano costituito in Svizzera il cosiddetto “porto franco”, un enorme deposito di reperti archeologici pronti per l’asta. Uno dei tanti clienti della coppia era anche il famoso museo Paul Getty di Los Angeles. Dopo lo scandalo la curatrice Marion True si è dovuta dimettere. Parlando però con Zirganos si capisce che la cosa di cui è legittimamente più fiero è un’altra impresa. E’ fiero per essere riuscito a far collaborare l’efficacissimo Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale con la per nulla efficace e guidata da interessi politici, polizia greca. “Il procuratore italiano che collaborava con il Nucleo mi ha detto chiaramente: portami un procuratore e un poliziotto greco e collaboriamo su tutto”. Come per miracolo, il giornalista ci è riuscito, superando burocrazia, sospetti, interessi nascosti. “All’internazionale dei cattivi stiamo abbiamo opposto l’internazionale dei buoni”, ha commentato.
Ero presente anche alla prima visita di un ministro della Cultura greco agli uffici del Nucleo dei Carabinieri a Roma. Durante la visita al deposito dei reperti recuperati ai trafficanti un carabiniere ha mostrato con orgoglio al ministro greco un angioletto del IV secolo. Il ministro della Cultura greco fece mostra di grande e profondissima istruzione chiedendo se l’angioletto era del IV secolo avanti o dopo Cristo. Figuraccia che ha fatto arrossire tutti i connazionali presenti. Ma bisognava riportarla per far capire con chi doveva interloquire il collega ateniese.
Eppure, dopo una battaglia durata decenni, alla fine ci fu il trionfo: l’Italia e la Grecia sono riuscite a riprendersi buona parte delle antichità esportate illegalmente. In particolare la Grecia ha ottenuto una splendida kore del 530 aC e una corona d’oro macedone del IV secolo aC. Ambedue ora in bella mostra nei musei di Atene e di Salonicco.
Questa lunga ma appassionante storia è raccontata in uno splendido libro che ho appena finito di leggere. Si intitola “Operazione Nostos” ed è il romanzo scritto da Zirganos e appena pubblicato. Un poliziesco, un thriller, con molti elementi di suspence e di fantasia. Ma a legare l’intreccio poliziesco ci sono decenni di paziente ricerca, di interviste, di lotte con direttori ottusi, con poliziotti diffidenti. In sostanza, si intravvede l’opera splendida del giornalista. Scusate l’orgoglio corporativo ma sono i giornalisti come Zirganos a rendere onore a questa maledetta professione.