La chiusura dei lavori della Seconda Edizione del Festival Internazionale della Geopolitica di Jesolo diviene un’occasione per ripensare il ruolo delle imprese e dell’Italia in un’epoca di conflitti, scontri tra visioni politiche differenti e l’idea di una nuova realtà economica post emergenza sanitaria.
La guerra tocca in maniera profonda la realtà industriale dell’Italia. Attualmente, l’Europa per contare ha bisogno dell’Italia, rappresentando la sua proiezione avanzata nel Mediterraneo, dove l’Europa ha necessità di avere una sorta di controllo.
I Paesi e i protagonisti istituzionali dell’Europa del Nord hanno il dovere di rivalutare il ruolo strategico dell’Italia e dei paesi del Mediterraneo che possono intraprendere nuove politiche strategiche e comunitarie divenendo realtà istituzionali ed economiche forti, consapevoli e capaci di poter interagire con una grande dinamicità con le nazioni del Nord.
Dal Festival è emersa l’idea di un’Europa non focalizzata sulle scelte strategiche della Germania ma che punti l’attenzione sul ruolo del Mediterraneo come unico e grande attore in grado di poter trattare e dibattere con l’Africa e il Medio Oriente.
Per incidere nella realizzazione di tale visione, l’Italia ha la necessità di investire sui porti, i giovani e sulla formazione specialistica. Un allarme che è stato lanciato, durante i lavori del Festival, da Vincenzo Marinese, Vice Presidente RetImpresa e Presidente Confindustria Venezia che ha dichiarato: “il tessuto industriale durante la pandemia ha visto la crescita dell’indebitamento. Con i fondi del Pnrr si deve lavorare per accrescere politiche di investimento focalizzate, concrete ed efficienti. Snellire la burocrazia, capire le necessità degli imprenditori, lavorare sull’abbattimento della corruzione e superare le difficoltà degli approvvigionamenti è la nostra sfida”.
Secondo le autorità economiche e professionali, l’Unione europea deve ragionare in un’ottica di maggiore unitarietà: una comune politica fiscale, una visione coordinata anche sulla sanità.
“Dobbiamo comunicare le nostre esigenze agli europarlamentari che ci rappresentano. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si va a sommare ad un debito pubblico elevato. Dobbiamo fare in modo tale che gli investimenti previsti portino frutto. Al momento, gli obiettivi che ci siamo posti sono troppo ambiziosi, dunque difficilmente realizzabili, per quanto riguarda la transizione energetica e gli appalti”, ha ribadito il Presidente di Confindustria Venezia Vincenzo Marinese, nel panel introduttivo con il direttore Maurizio Molinari e il professore Arduino Paniccia, analista ed esperto, che hanno aperto i lavori del Festival Internazionale della Geopolitica Europea, svoltosi a Jesolo il 5-6 e 7 maggio 2022.