“Ho accettato, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’incarico per formare il nuovo Governo e ho presentato la lista dei Ministri. Un Esecutivo di alto profilo che lavorerà spedito per rispondere alle urgenze della Nazione e dei cittadini“. Sono le prime parole di Giorgia Meloni, prima donna premier della storia repubblicana che domani alle 10, insieme alla squadra dei ministri giurerà fedeltà al Paese per poi domenica alle 10.30 iniziare ufficialmente la nuova legislatura, con la consueta cerimonia della campanella con l’ormai ex premier Mario Draghi e poi alle ore 12 il primo consiglio dei ministri.
Una road map velocissima quella che ha portato oggi stesso la Meloni, dopo le ultime turbolente giornate passate a litigare con uno dei principali inquilini della maggioranza, Silvio Berlusconi, ad accettare l’incarico con già in tasca la lista dei ministri. Eppure Giorgia ha vinto, almeno questo emerge dalla scelta dei ministri, alcuni dei quali sconosciuti a Salvini. A convincere Mattarella della fedeltà alla Nato e all’Europa sono bastati sessanta minuti di consultazione ma, forse, la scelta di uomini chiave nei dicasteri chiave, come Giorgetti all’economia, Crosetto alla Difesa e soprattutto Tajani agli esteri. Tutte figure ben viste dal Quirinale e con un buon gradimento da parte delle istituzioni europee e internazionali.
Ora per la leader di Fratelli d’Italia, che ha indiscutibilmente segnato un passo storico nella nostra repubblica, portando in un solo colpo la destra ex missina al vertice del governo con una premier donna, le sfide si faranno durissime: dal caro bollette alla guerra, dalle promesse lanciate in campagna elettorale in campo economico che difficilmente si potranno realizzare a breve termine, per finire sul delicato tema dei diritti che, complice la scelta di ministri da posizioni marcatamente antiabortiste e pochi aperte ai diritti lgbt, rischia di divenire il vero terreno di scontro in un paese che di tutto ha bisogno tranne che di far scoppiare una bomba sociale su questi temi.
Di seguito la lista dei ministri, con appena 7 donne (9 di Fratelli d’Italia, 5 della Lega, 5 di Forza Italia e 5 tecnici):
Infrastrutture (vicepremier): Matteo Salvini
Esteri (vicepremier): Antonio Tajani
Economia: Giancarlo Giorgetti
Difesa: Guido Crosetto
Interno: Matteo Piantedosi
Giustizia: Carlo Nordio
Imprese e Made In Italy (ex Sviluppo Economico): Adolfo Urso
Pubblica Amministrazione: Paolo Zangrillo
Ambiente e Sicurezza Energetica: Gilberto Pichetto Fratin
Agricoltura e Sovranità Alimentare: Francesco Lollobrigida
Riforme: Elisabetta Casellati
Affari Regionali e Autonomie: Roberto Calderoli
Rapporti con il Parlamento: Luca Ciriani
Università e Ricerca: Anna Maria Bernini
Lavoro e Politiche Sociali: Marina Calderone
Beni Culturali: Gennaro Sangiuliano
Famiglia, Natalità e Pari Opportunità: Eugenia Roccella
Disabilità: Alessandra Locatelli
Sport e Politiche Giovanili: Andrea Abodi
Salute: Orazio Schillaci
Istruzione e Merito: Giuseppe Valditara
Turismo: Daniela Santanchè
Affari Europei e Pnrr: Raffaele Fitto
Politiche del Mare e Sud: Nello Musumeci
Sottosegretario alla presidenza del Consiglio: Alfredo Mantovano