Il nuovo anno ha rilanciato il dibattito sull’unione doganale sudamericana, prevista dall’accordo del Mercosur, che nel 2021 ha festeggiato il trentesimo anniversario dalla sottoscrizione.
L’organizzazione doganale è stata istituita nel 1991 da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Ispirandosi ai valori e al modello dell’Unione europea, i fondatori hanno lavorato alla creazione di un mercato unico per agevolare il commercio ed eliminare i lacci della burocrazia.
Tuttavia, il Mercosur non è riuscito mai a rilanciare serie prospettive commerciali aperte e comuni e ancora oggi resta in vigore un’unione doganale imperfetta, con molte barriere commerciali e innumerevoli procedimenti burocratici.
La Bolivia è impegnata nell’adesione all’accordo ma non ha ricevuto l’approvazione dal Brasile e il Paese resta un membro associato insieme a Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù e Suriname. Questi Paesi possono sottoscrivere accordi commerciali vantaggiosi con i membri del Mercosur, ma non hanno diritto di voto e non aderiscono all’unione doganale.
I problemi legislativi, politici e burocratici stanno bloccando la produttività dei Paesi del sud America e la mancanza di un ammodernamento delle infrastrutture industriali sta generando considerevoli problematiche economiche.
Un esito importante potrebbe giungere dall’Uruguay, che ha avviato un negoziato commerciale con la Cina sorvolando le regole dell’unione doganale e del Mercosur. Se il negoziato uruguayano avrà esito positivo, i membri del Mercosur dovranno decidere come procedere alle future applicazioni delle regole per i propri membri e per i Paesi associati.
Attualmente, l’accordo del Mercosur resta importante come progetto diplomatico e politico, ma la sua portata economica sta diventando marginale. I Paesi sudamericani dovranno superare le spinte protezionistiche interne e avviarsi verso un commercio comune concreto. La mancanza di cooperazione economica potrebbe generare il fallimento economico dell’unione doganale e dello stesso accordo commerciale. Inoltre, ulteriori perplessità e problematiche provengono dall’Europa. Uno studio commissionato dal Parlamento francese ha dimostrato come la ratifica dell’intesa possa aumentare del 25% il già elevato tasso di disboscamento nel Sud America, se non correttamente regolato.
Non basta dunque la strenua opposizione del Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron, ma anche la giurisprudenza francese da tempo continua a lavorare sulla necessità di rendere sostenibile l’economia a partire dagli accordi commerciali globali.