Prove di disgelo, tentando di eliminare le polemiche sulla giustizia. L’intesa tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo sulla nuova leadership dei 5 stelle mette da parte gli attriti e sembra indirizzata sulla strada buona. Dopo settimane di tensioni tra l’ex premier e il Garante del Movimento, in apertura dell’assemblea dei deputati pentastellati, il reggente Vito Crimi chiarisce subito la direzione della riunione: “Beppe Grillo e Giuseppe Conte hanno definito concordemente la nuova struttura di regole del M5s, che si dota di nuovi ed efficaci strumenti proiettando al 2050 i suoi valori identitari e la sua vocazione innovativa”.
Nei giorni scorsi l’ex presidente del Consiglio aveva specificato che prima di prendere le redini dei 5 Stelle chiedeva si chiarisse il nodo della guida politica per archiviare i contrasti con Grillo sul nuovo statuto. “Sono pienamente soddisfatto dell’accordo raggiunto con Grillo, con il quale in questi giorni ho avuto modo di confrontarmi direttamente più volte. Ora ci sono tutte le condizioni per partire e rilanciare il Movimento: piena agibilità politica del presidente, netta distinzione tra ruoli di garanzia e ruoli di azione politica, grande entusiasmo e chiaro sostegno al progetto politico”, spiega Conte. Che prova ad archiviare le divergenze: “E’ il momento di lasciarci alle spalle le ombre di questi giorni difficili. I momenti duri sono utili se ci aiutano a individuare la giusta strada da percorrere, le insidie da scansare. Il Movimento 5 Stelle si rialzerà più forte”.
Intanto Luigi Di Maio esulta: “Questa intesa è frutto della vostra volontà di tenere unito il Movimento. Grazie anche agli altri 6 componenti del direttivo per l’efficace lavoro svolto. Finalmente il Movimento può ripartire con una leadership forte”. Gli fa eco il presidente della Camera Roberto Fico, altro pontiere nel dialogo: “Ognuno di noi ha fatto la propria parte per il bene del Movimento, l’accordo per il nuovo statuto segna un punto decisivo per il rilancio di cui tutti conosciamo bene l’urgenza”. Mentre il ministro Federico D’Inca’ sottolinea che “mediazione, dialogo e confronto sono la chiave per affrontare ogni scelta”.
Le polemiche sulla riforma della giustizia, nei giorni scorsi alcuni parlamentari hanno prospettato l’ipotesi di ritirare il sostegno al governo, sono tutt’altro che sopite. L’ex guardasigilli Alfonso Bonafede nel corso della riunione avrebbe detto: “La prescrizione non è bandierina ma un valore. Questa soluzione non la condivido, è sbagliata e rischiosa”. Mentre la parlamentare Giulia Sarti avrebbe chiesto le scuse da parte dei ministri pentastellati, che invece di astenersi hanno votato il testo elaborato dalla ministra Marta Cartabia.
Anche il senatore Gianluca Ferrara ribadisce: “La prima cosa da fare è lavorare per modificare la riforma sulla Giustizia. Mi auguro che i miei colleghi in commissione Giustizia possano emendarla”. I prossimi giorni serviranno a chiarire i passaggi formali sulle votazioni, poi Giuseppe Conte potrà prendere le redini del Movimento. Il primo appuntamento per il nuovo M5s sono le amministrative in autunno, poi c’è la partita per il Quirinale ad inizio del nuovo anno.