Premono le esigenze di copertura, come per il DL Dignità. Le mosse della Lega, l’importanza del tavolo Ue
di Stefano Bruni
“Il reddito di cittadinanza s’ha da fare, e subito. Costi quel che costi”. È questo, tradotto dal “politichese”, il pensiero di Luigi Di Maio sul cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle.
Ed è infatti la stessa posizione che ha assunto, poche ore fa, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro: “E’ la priorità di questo governo, lo faremo nel più breve tempo possibile”. “E’ una battaglia importante che faremo in Europa, chiedendo di poter usare i fondi Ue per realizzare il progetto”.
A fare da contraltare alla determinazione e alle convinzioni degli esponenti più in vista tra i pentastellati c’è però, come spesso (quasi sempre) accade, l’inquilino di via xx settembre.
Il Ministro Tria ha infatti precisato che il “reddito” è importante, come peraltro indicato dal Presidente Giuseppe Conte in Aula alla Camera mercoledì, ma è un provvedimento di un programma di legislatura. I tempi non sembrano essere quindi maturi.
Di Maio però insiste, e lancia così l’idea di un “tavolo”, una “cabina di regia” che dovrebbe “coordinare i ministeri che si interessano (del reddito di cittadinanza) e realizzare questo strumento”.
La mossa di Di Maio conferma ancora una volta che c’è l’esigenza di accelerare i tempi per istituire il “reddito”. Qualcuno legge in questa “fretta” un ritorno alle urne piuttosto ravvicinato: dopo la finanziaria di quest’anno, ma prima di quella dell’anno prossimo….
Altri dicono invece che su Tria ci siano pressioni da parte delle Lega e delle imprese per ottenere subito la flat tax in versione completa e non ridotta come anticipato dallo stesso Ministro dell’Economia.
Alla fine però, visto che la matematica non è un’opinione, i conti devono tornare e questo è il compito di chi occupa il “Palazzo delle finanze”.
Il reddito di cittadinanza costa 17 miliardi (1% del Pil) e considerando che c’è anzitutto da portare a casa la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia dell’Iva (12,4 miliardi), la coperta è corta e si prospetta, richiamando un articolo di Repubblica, una “manovra povera”.
Lo si percepisce anche dallo stop che ha ricevuto il “decreto dignità” che sembra avere problemi di copertura. Addirittura si dice che la ragioneria abbia fatto osservazioni rispetto alla proposta di abolizione della pubblicità per i giochi d’azzardo poiché ridurrebbe le entrate dello stato e quindi andrebbe prevista una “adeguata copertura”.
L’importanza del debito pubblico, seppur in modo meno plateale rispetto agli altri esecutivi, si manifesta sempre di più regista occulto delle mosse del governo M5S-Lega, malgrado i protagonisti di questo momento politico vogliano affermare la loro superiorità.
Oggi Conte proverà ad ottenere l’autorizzazione a “pescare” anche dal Fondo Sociale europeo, un serbatoio di 3,4 miliardi cofinanziati e ancora inutilizzati, che potrebbe essere sfruttato non tanto per la misura vera e propria, ma per riformare e rafforzare i centri per l’impiego. Le risorse necessarie per questo primo step sono state individuate dallo stesso Movimento in 2 miliardi, mentre altri 15 ne servirebbero, a regime, per il reddito di cittadinanza.
E intanto, il Presidente Fico accelera sul taglio dei vitalizi per recuperare altre risorse, malgrado le “attenzioni” e le “riflessioni” riservate al provvedimento dalla sua omologa di Palazzo Madama.