L’è irrequieto. Fa i governi, poi li sfascia. Ulula che il Contebis non gli garba, che l’è tutto da rifare, poi si astiene al Senato. Piazza i ministri, poi li ritira. Diceva che si ritirava, lui dalla politica, e invece è ancora qui a far cagnara a bestia. E ora ci mancava questa puntatina a Riad. È fatto così Matteo Renzi, non si tiene.
Ma benedetto figliolo, stai a Rignano piglia la macchina, la tu’ moglie e vai a fartela, che so, a Fucecchio una girata. No, lui prende il jet e va in Arabia Saudita. Conferenza stampa sull’innovazione organizzata dal Future Investiment Iniziative, l’organismo controllato dalla famiglia reale saudita.
E chi meglio del “rottamatore” toscano devono aver pensato da quelle parti? Per innovare bisogna rompere con il passato e le voci, più grida che sussurri, sulle “qualità” di Matteo nostro debbono esser giunte fino a Riad. Come rompe lui, nessuno mai. Lo sa bene il premier Conte che da giorni tenta invano di raccattare i cocci del governo.
E una volta arrivato a Riad non s’è fatto guardar dietro il senatore di ItaliaViva, ha bussato con i piedi, ché le mani erano piene di lodi per il Paese del principe ereditario Mohammad bin Salman.
E l’Arabia Saudita di qua, e l’Arabia Saudita di là, “il luogo ideale, la culla del nuovo Rinascimento”. E pare l’abbia detto in un inglese che sembrava arabo, forse per compiacere ancor più il principe, ma queste sono cattiverie.
Comunque, a quelle parole pronunciate dall’ex sindaco di Firenze, città che di Rinascimento qualcosa ne mastica, il principe saudita si è sciolto in un brodo di giuggiole. Ma Renzi ha voluto strafare. E mentre si rivolgeva al principe con un confidenziale “Sua Altezza, amico mio”, giù apprezzamenti alla sostenibilità, all’istruzione e allo sviluppo delle città del posto.
Poi si è spellato le mani per applaudire il costo del lavoro da quelle parti. Chissà come l’ha presa la Bellanova tanto attenta ai diritti dei lavoratori agricoli soprattutto migranti.
In Arabia Saudita se parli ti accoppano, i diritti delle donne sono una bestemmia e lo sfruttamento dei lavoratori è la regola, ma all’ex premier fa invidia il loro costo del lavoro. Tant’è.
Certo va anche detto che tutto questo incensare il Paese arabo non era “a gratis”. Infatti il leader di ItaliaViva ricopre un incarico nel comitato consultivo del Fii, il fondo gestito dalla famiglia reale, organizzatore dell’evento, percependo “un compenso annuo che può arrivare a 80 mila dollari”, come riporta il quotidiano Domani. E questo solleva peraltro qualche perplessità.
“Prendere soldi da governi di Paesi stranieri mentre eserciti ancora un’attività politica è inaccettabile”, ha tuonato Carlo Calenda, il leader di Azione. E che Paesi. Altro che “culla del Rinascimento “.
Tanto che sul possibile “conflitto di interessi” del senatore di ItaliaViva il presidente della Commissione Affari Esteri della Camera, Pino Cabras ha presentato un’interrogazione al Governo.
E mentre Renzi faceva ritorno in Patria, proprio dell’esecutivo è arrivato il blocco all’export di armi verso gli Emirati e l’Arabia Saudita. Per ripicca, come se fossimo all’asilo Mariuccia.
Renzi come se move, fa danni. Anche in terra straniera. Il dispensatore di “stai sereno”, cheto non ci sa stare. L’è un peperino. E Giuseppi ne sa qualcosa. E pure Enrico Letta.
Chissà che qualche sospetto ora non venga anche al principe Mohammad bin Salman.