“Dalle etichette a semaforo piuttosto che agli insetti a tavola o all’attacco alle tutele del nostro Dop come il caso del prosecco, tutte queste situazioni ci fanno capire che qualcosa sta cambiando purtroppo in danno delle nostre produzioni“. A lanciare l’allarme è il senatore della Lega Gianpaolo Vallardi, Presidente della Commissione agricoltura e produzione agroalimentare del Senato, di rientro da Strasburgo dove si è recato per sensibilizzare i rappresentanti europei sulla difesa del made in Italy.
Senatore Vallardi, dal caso Prosecco-Prosek con la Croazia alle nuove etichette a semaforo, fino alla dieta mediterranea, messa in discussione dall’introduzione degli insetti a tavola. Il made in Italy è sotto il fuoco amico dell’Ue?
“E’ un momento difficile per il made in Italy e questo è un dato di fatto. Se non siamo sotto attacco qualcosa di strano sta succedendo nel nostro Paese. Dalle etichette a semaforo piuttosto che agli insetti a tavola o all’attacco alle tutele del nostro Dop come il caso del prosecco, tutte queste situazioni ci fanno capire che qualcosa sta cambiando purtroppo in danno delle nostre produzioni. Abbiamo da un lato un’Europa che ci dà i soldi per il Pnrr ma che dall’altro apre a tutta una serie di iniziative che ci portano ad essere veramente sotto attacco e questo ci fa pensare che dobbiamo essere uniti e compatti a difesa dei nostri prodotti”.
Lei è di ritorno da Strasburgo per parlare della nostra agricoltura con i commissari europei. Come è andata?
“A Strasburgo ho incontrato alcuni commissari europei e diversi europarlamentari proprio per parlare di questo tipo di situazioni e abbiamo condiviso che serve fare un gioco di squadra per difendere l’Italia. L’Europa con la globalizzazione tende a livellare i consumi e a portarli verso gli standard delle multinazionali che tendono ad appiattire tutto, mentre nel nostro Paese abbiamo fior fiore di diversità ed eccellenze che meritano di essere valorizzate. Serve fare un gioco di squadra, al di là dell’appartenenza politica, e il mio impegno è indirizzato proprio a far capire a tutti questo messaggio, avviando dialogo trasversale”.
Andiamo con ordine. A che punto è la querelle con la Croazia sul caso del prosek?
“Questa è forse la questione che più ci lascia ottimisti. Sembra che la compattezza del governo italiano e di tutte le forze politiche messa in campo con quello spirito nazionalistico a difesa di questa eccellenza italiana possa portare ad un risultato positivo. Al massimo entro il mese di marzo dovrebbe arrivare questa sentenza sulla quale siamo cautamente ottimisti”.
Altro tema al centro del dibattito è quello relativo all’etichetta nutriscore, cosiddetta a semaforo. Perchè l’Italia è contraria?
“Il nutriscore, mi lasci dire, è qualcosa di demenziale. Questi colori che identificano la bontà dei prodotti sono inversamente proporzionali alle eccellenze dei nostri prodotti. Dichiarare che con il semaforo rosso mettiamo il prosciutto di Parma o l’olio di oliva mentre alla vecchia Coca Cola light diamo il bollino verde ci fa capire quanto siamo fuori strada nel riconoscere la vera bontà dei nostri prodotti. Non siamo solo noi contrari, anche in Francia, che inizialmente l’aveva adottato, stanno vivendo grosse difficoltà interne e credo che si stanno aprendo delle crepe importanti e la nostra vecchia etichetta made in Italy resta la strada migliore”.
Secondo dati recenti l’impatto economico del turismo agroalimentare in Italia supera i 12 miliardi (raggiungendo il 15,1% del totale turismo). In che modo possiamo valorizzare questo asset italiano?
“Il turismo agroalimentare è una risorsa della nostra economia e uno strumento che favorisce la voalorizzazione dei prodotti di eccellenza dei nostri prodotti green. Sono convinto che la svolta green che abbiamo avviato nel nostro Paese possa rendere più fruibile ad attrattivo un paesaggio sempre più vicino all’ambiente a all’agricoltore. In questo percorso ritengo sia fondamentale la figura dell’agricolture custode dell’ambiente”.
Come giudica le risorse stanziate con il Pnrr per l’agricoltura e il Made in Italy?
“Sull’agricoltura è stato fatto un grande lavoro. Parliamo di sei miliardi di euro che sono una cifra eccezionale, un occasione unica per segnare altri e importanti passi in avanti per la nostra agricoltura che grazie al made in Italy parte già da un buon punto in quanto realtà riconosciuta in tutto il mondo per la sua eccellenza. Dobbiamo fare certamente un passo verso la digitalizzazione e verso la comunicazione per rendere tutte le aziende agricole quanto più smart e veloci e soprattutto accelerare un processo di riconversione dal punto di culturale da parte dell’agricoltore stesso, visto che le nuove sfide ambientali implicano nuove conoscenze e nuovi metodi per fare agricoltura. Grandi risorse sono state stanziate anche sulla gestione delle risorse idriche, fondamentali per fare agricoltura, sia sotto il profilo del contenimento delle grandi precipitazioni ma soprattutto anche per la conservazione dell’acqua nei periodi di grande siccità. Si tratta di sei miliardi da spendere velocemente per arginare gli effetti dei cambiamenti climatici”.
Infine, torniamo alla cronaca: crescono i focolai di aviaria negli allevamenti del Nord Est. In che modo sta seguendo la vicenda?
“L’aviaria è un’ulteriore tegola per il settore delle carni bianche, già in difficoltà. Abbiamo presentato degli emendamenti in finanziaria, quasi 500 milioni di euro a supporto del settore per il contenimento degli effetti dell’aviaria stessa. Gli allevatori vanno risarciti in tempi brevi perchè rischiamo di perdere tante aziende del settore”.