Il blocco dell’aumento IVA drena troppi fondi. Presentato oggi in Cdm il bilancio di previsione. Ecco le principali misure
Giro di boa per la manovra di bilancio 2018: l’esecutivo, guidato da Paolo Gentiloni, ha presentato quest’oggi le linee principali della manovra finanziaria programmata per il prossimo anno che, seppur non svelando nello specifico i contenuti prima della necessaria notifica a Bruxelles, hanno comunque offerto al grande pubblico la possibilità di raccogliere i primi, importanti, contenuti.
In realtà, già venerdì scorso, il Consiglio dei Ministri aveva fornito un sostanziale anticipo in materia di finanza pubblica, predisponendo l’approvazione del c.d. “decreto fiscale”. Tra le principali misure allestite la sterilizzazione dell’aumento Iva, la ‘rottamazione bis’ delle cartelle esattoriali, la revisione della normativa sulla c.d. “Golden Power”, insieme a specifici interventi per sostenere le grandi imprese in crisi e il superamento del monopolio della SIAE in materia di raccolta dei diritti d’autore.
Non ci sarà l’aumento dell’IVA dal 1° gennaio 2018, ma tale intervento, da solo, avrà come risultato quello di assorbire la gran parte delle risorse finanziarie a disposizione, trasformando così la manovra in un intervento di piccolo cabotaggio.
Le aspettative riguardo alla manovra per il prossimo anno, sembrano essere in linea con quelle annunciate già nei giorni scorsi: lotta alla povertà, investimenti pubblici, tagli alla spesa e sgravi contributivi alle assunzioni di giovani professionisti, anche se il provvedimento definitivo è atteso dopo l’ok dalla Commissione europea.
Nella conferenza stampa appena conclusa, il titolare del dicastero di via XX settembre, insieme al Presidente del Consiglio, ha illustrato una primo, generale, rendiconto delle misure previste nel Ddl che, adesso, inizia il delicato iter parlamentare.
Numerosi gli obiettivi sottesi al disegno di legge, tutti ricompresi all’interno del principale documento economico dello Stato: blocco dell’Iva, aumento del lavoro specie tra i giovani, spinta al mondo delle imprese, rinnovo del contratto del pubblico impiego, sostegno e cura delle criticità sociali con interventi sulle povertà e le crisi aziendali. Infine, gli investimenti pubblici, con un occhio attento ai comuni.
Le riforme avviate dagli ultimi Governi, insieme ai sacrifici di tanti italiani, per il Presidente del Consiglio, hanno contribuito a creare le basi per una situazione positiva di rilancio. Il peso dell’eredità del passato, però, è forte, cosa che Gentiloni stesso non ha esitato a nascondere definendo il provvedimento appena approvato come “una manovra nel suo complesso limitata”.
Tra le principali misure, confermato il rifinanziamento del fondo di garanzia per le imprese, l’assunzione di 1.500 ricercatori universitari, segno che il paese investe in capitale umano, insieme ad un più ampio capitolo di riforme sociali: rafforzamento del reddito di inclusione, revisione in favore degli anticipi pensionistici, continua attenzione sui contratti a termine, con una preoccupazione anche alle aree meno avvantaggiate del Paese.
Confermati, sostanzialmente, i numeri della Nota di aggiornamento del DEF, manovra da 20 miliardi con coperture provenienti per il 40% da risparmi di spesa e per la rimanente parte da un aumento delle entrate (che, come precisato da Padoan “non vuol dire maggiori tasse”, ma un miglioramento della spesa, azioni che vanno dal potenziamento della riscossione all’introduzione della fatturazione elettronica). Con un indebitamento che si attesta all’1,6% e un andamento del Pil costante all’1,5% nel triennio 2017-2019 sarà adesso possibile intraprendere la più importante e discussa delle misure, ovvero la decontribuzione per le imprese che assumono giovani fino a 34 anni, con un incentivo pari al 50% dei costi per il primo triennio.
Capitoli rinviati per quanto riguarda, invece, privatizzazioni e dismissioni, anche se l’idea non è stata abbandonata.
Adesso la palla si sposta nelle aule parlamentari. Gentiloni auspica un appoggio convinto da parte della maggioranza (riguardo la quale non si è detto troppo ottimista circa il supporto di Mdp); sostegno che non dovrebbe stravolgere, almeno nelle previsioni, la cornice e lo spirito della manovra, tesa alla difficile ricerca di un equilibrio tra rigore e crescita.