Decontribuzione per le imprese e Ape social per le donne sono una piccola iniezione di tranquillità ed equità. L’on. Carlo Dell’Aringa (PD) a LabParlamento
Il Consiglio dei Ministri ieri ha approvato la Legge di Bilancio. Il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha introdotto il testo parlando di una “manovra snella, utile per la nostra economia, non lacrime e sangue” ed ha aggiunto che “il primo obiettivo era quello di evitare aumenti dell’Iva e l’introduzione di nuove tasse, gabelle, accise. Impegno che è stato mantenuto”.
Il testo coordinato della manovra sarà disponibile a breve e arriverà in Senato entro il 20 ottobre per iniziare il proprio iter parlamentare. Labparlamento ha incontrato l’On. Carlo Dell’Aringa (PD), già Sottosegretario al Ministero del Lavoro del Governo Letta e attualmente membro della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, per un commento a caldo sulle nuove disposizioni approvate dal Consiglio dei Ministri.
La manovra di bilancio 2018 è stata costruita partendo dall’assunto che si è usciti dalla crisi: è veramente così?
“La ripresa economica è in corso, ma va consolidata, anche perché il recupero di PIL è tuttora sotto la media europea ed è ancora insufficiente per recuperare i livelli pre-crisi”.
Lei è un esperto sui temi del lavoro ed è stato anche Sottosegretario nel Governo Letta, cosa ne pensa delle misure introdotte in legge di bilancio per ridurre la disoccupazione giovanile?
“La decontribuzione a favore delle imprese che assumono giovani a tempo indeterminato rappresenta una misura utile per dare un “colpo di frusta” alla domanda di lavoro di questa fascia della popolazione che soffre ancora di tassi di disoccupazione troppo elevati”.
Il premier Gentiloni e il ministro Padoan hanno spiegato che la gran parte delle risorse della manovra (oltre 15 miliardi) sono state impiegate per sterilizzare le clausole di salvaguardia sull’Iva. Le poche, residue risorse saranno sufficienti per dare all’economia italiana la giusta spinta?
“La manovra non è particolarmente espansiva dal momento che la flessibilità che ci viene concessa dall’Europa è tutto sommato limitata. Speriamo che continui la buona congiuntura a livello europeo che possa trascinare anche la nostra economia”.
Nella manovra non è previsto nessun blocco dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita (previsto per gennaio 2019), ma sono state introdotti meccanismi di anticipo pensionistico che potrebbero “tamponare” la situazione. I sindacati non saranno pienamente soddisfatti. Cosa ne pensa di questa scelta?
“Con risorse limitate non si poteva fare tutto: tra politica a favore dei giovani e interventi per le pensioni, questa è la volta di guardare ai giovani. Misure per l’ape sociale a favore delle donne rispondono a criteri di equità”.
Se fosse stato Ministro dell’Economia, avrebbe introdotto qualche altra misura di cui non si è parlato in questi giorni?
“Avrei rafforzato le misure a favore dei giovani basate sui servizi e non solo sulla decontribuzione. Solo le misure che facilitano il passaggio dalla scuola e dall’università al mondo del lavoro possono risolvere il problema dei giovani, come avviene nei Paesi in cui la disoccupazione giovanile è a livelli accettabili (alternanza, apprendistato, politiche attive del lavoro, ecc.)”.
Lei fa anche parte della Commissione d’indagine sulle banche presieduta dal sen. Casini. Il 1 novembre il Governo dovrà decidere se confermare o meno l’attuale governatore della Banca d’Italia. Una conferma, a suo avviso, “rafforzerebbe” il Governatore ma a “discapito” dell’attività della Commissione?
“Sono decisioni e attività indipendenti. Non vedo connessioni, a parte la stima che nutro per i vertici di Banca d’Italia che hanno operato in questi difficili anni”.