L’incarico esplorativo al presidente del Senato, Casellati (venerdì la risposta, prima del voto in Molise) è però tutto in salita, perché restano i veti incrociati
di S.D.C.
Ad oltre un mese e mezzo dall’inizio della partita per la nascita del nuovo Governo e dopo due giri di consultazioni, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rompe gli indugi.
L’incarico esplorativo conferito stamane al presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, non è infatti un tentativo per prendere tempo, come temevano molti, quanto un mandato circoscritto e assai breve: Casellati dovrà sondare esclusivamente la possibilità o meno di un Governo tra Centrodestra e M5S (stanando soprattutto i Cinque Stelle), e dovrà riferire entro venerdì ovvero prima del voto in Molise, che proprio i due schieramenti intendono presentare come viatico per una prova di forza a fini governativi.
In caso negativo dunque si apriranno subito dopo scenari del tutto nuovi. Sul tavolo un’intesa tra M5S e Pd “esplorata” dal presidente della Camera, Roberto Fico, oppure da figura terza. In fondo al tunnel, poi – magari dopo un terzo giro di consultazioni – il Governo del Presidente di cui si parla già da prima delle elezioni, elezioni che almeno per ora il Quirinale non intende ripetere a breve.
L’ipotesi di mandare avanti Casellati era già circolata nei giorni scorsi. La fedelissima di Silvio Berlusconi proverà ad avere un confronto fattivo dentro il centrodestra. Ma la sua strada è tutta in salita. I grillini l’hanno votata come presidente del Senato, ma, lo ripetono continuamente, solo in una logica di accordo per far partire i lavori in Parlamento. Insomma, non sarà certo la Casellati a convincere Luigi Di Maio e i suoi a votare per un esecutivo con dentro Forza Italia: il veto c’è e non è superabile per i 5 stelle. Una linea confermata stamane molto duramente dal capogruppo al Senato, Danilo Toninelli.
Più in generale comunque i veti incrociati restano sempre prevalenti. Da una parte il M5s ha aperto a Lega e Pd, ma chiuso come detto a Forza Italia. Dall’altra la Lega non intende mollare, almeno per il momento, Berlusconi. I grillini hanno detto che entro pochi giorni comunque chiuderanno “uno dei due forni” (in realtà ora sarà Casellati, forse, a chiuderne subito uno). Il Pd ha cominciato a dare segnali di dialogo verso i 5 stelle, mostrando per la prima volta uno “scongelamento”, anche se è ancora presto per parlare di intesa: i dem sono sempre spaccati all’interno, tra renziani che restano sulla linea dell’opposizione a qualsiasi costo e i governisti pronti a “dare una mano a Mattarella se interpellati”. Ma a questo punto, fallito clamorosamente il negoziato Centrodestra-M5S, Renzi avrebbe ottenuto una prima importante vittoria. E tutto può davvero accadere.