Nel 2020, sono stati persi 444.000 posti di lavoro, di cui 312.000 donne, ossia il 70% del totale. La causa principale di un calo così drastico dell’occupazione è dovuto al Covid 19 che ha fatto sprofondare il tasso di occupazione femminile, già da prima tra i più bassi in Europa, al 48,6% (ISTAT 2020) contro il tasso medio europeo del 62,4%. Solo nel mese di dicembre le donne che hanno perso il lavoro sono state 99.000 su un totale di 101.000 nuovi disoccupati.
Secondo l’Osservatorio interistituzionale sulla partecipazione femminile negli organi di amministrazione e controllo delle società italiane redatto da Bankitalia e Consob, meno dell’1% delle donne ricopre incarichi ai vertici del mondo bancario. In generale oggi le donne rappresentano meno del 10% di tutti i dirigenti e quadri occupati in aziende italiane.
Istituito con il Protocollo d’Intesa sottoscritto il 22 novembre 2018 dalle tre Istituzioni che vi partecipano, l’Osservatorio nasce come centro di raccolta dati e ricerche per “promuovere congiuntamente iniziative volte all’attuazione nel concreto della partecipazione femminile nei board, con la finalità di verificare nel tempo gli effetti dell’applicazione della legge n. 120/2011, anche sulla base di studi e analisi che consentano di individuare potenziali profili di criticità e attenzione”.
Nell’intento di risolvere il problema di sotto-rappresentazione delle donne nelle posizioni apicali delle imprese in Italia, la legge 12 luglio 2011, n. 120 (cosiddetta legge Golfo-Mosca) e il D.P.R. 30 novembre 2012 n. 251 hanno introdotto obblighi di equilibrio di genere nelle posizioni decisionali e negli organi di amministrazione e controllo delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni e delle società le cui azioni sono quotate nei mercati regolamentati. La CONSOB e il Dipartimento per le pari opportunità vigilano sull’attuazione di tale normativa da parte, rispettivamente, delle società quotate e delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni.
Anche il dimissionario Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti è intervenuto sul tema in occasione dell’8 marzo affermando ad Askanews che “anche quest’anno, le donne sono state le più colpite dalla crisi economica. In Italia una donna su due ha visto peggiorare la propria condizione lavorativa, mentre tra quelle che hanno ancora un lavoro, la metà teme di perderlo. La crisi pesa ancora di più se si pensa alle madri e alle fasce più giovani; il peggioramento supera infatti il 60% nella fascia di età 25-34 anni, un dato sconcertante”.
Buone notizie però sul fronte internazionale. Il primo marzo NgoziOkonojo-Iweala si è insediata come direttrice generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). L’elezione di Okonojo-Iweala è una buona notizia sia per la sua competenza, sia perché aumenta la rappresentanza delle donne ai vertici delle istituzioni internazionali. Economista, ex ministra delle finanze della Nigeria, da 25 anni all’OMC, NgoziOkonojo-Iweala è la prima donna e la prima africana alla guida di questa istituzione. L’economista è stata votata all’unanimità dai Paesi membri dell’OMC, dopo che l’amministrazione Biden ha superato il veto posto dall’ex presidente Trump, che aveva sostenuto la candidatura della sudcoreana YooMyung-hee.
Un altro dato interessante proviene dal mondo del Private Banking. Secondo quanto dichiarato da Antonella Massari, Segretaria Generale AIPB – Associazione Italiana Private Banking,il Private Banking gestisce quasi 1/3 del risparmio delle famiglie italiane, di cui circa 300 miliardi di euro fanno riferimento a donne. Una cifra considerevole e sorprendente. Si tratta del 10% della ricchezza finanziaria privata complessiva del nostro Paese. In un mondo in cui le donne sono fortemente sottorappresentate in tutti i settori, esse rappresentano un terzo del patrimonio gestito dal settore del private banking. Questo peso considerevole delle donne nella detenzione dei patrimoni privati italiani inserisce il Private Banking tra i settori chiamati a riflettere sulla questione femminile.