Nel 2024 la rigenerazione urbana immobiliare ha interessato quasi 33 chilometri quadrati di territorio costruitoper una superficie lorda poco superiore a dodici milioni di metri quadrati e un valore aggiunto immobiliare superiore ai quindici miliardi di euro. È quanto emerso nel “secondo Rapporto nazionale sulla rigenerazione urbana – Reputazione e infrastrutture: volano per la crescita delle comunità“, elaborato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Urban Up Unipol.
Entro il 2050, spiega il rapporto, saranno disponibili quasi 855 Kmq di suolo rigenerabile, pari a circa il 4,1% della superficie urbanizzata nazionale, per 320 milioni di mq di superfici immobiliari potenzialmente realizzabili. Un processo che genererà un fatturato industriale immobiliare, originato dalla riattivazione di aree, strutture, edifici, spazi pubblici, non utilizzati o sottoutilizzati, di 660 miliardi di euro in 26 anni e ricadute economiche e sociali quantificabili in 1.240 miliardi di euro, nonché benefici per lo Stato grazie a un gettito aggiuntivo annuo tra i 17,5 e i 26 miliardi di euro. Saranno in totale 100 mila i nuovi addetti per la filiera immobiliare coinvolti in processi di rigenerazione urbana nel periodo considerato.
Il convegno si è aperto con i saluti di Giuseppe Lobalsamo direttore immobiliare del Gruppo Unipol e l’introduzione di Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, che ha dichiarato: “La rigenerazione urbana, in quanto processo di riqualificazione del patrimonio immobiliare a livello urbano, si pone da sempre l’obiettivo non solo di recuperarlo, ma anche di elevare il livello di qualità della vita e di promuovere un miglioramento sociale, ambientale ed urbanistico/edilizio. Queste operazioni, essendo mirate al solo patrimonio immobiliare esistente, comportano un contenuto consumo di suolo e una attenzione alla componente umana e ambientale già presente sul territorio. In Italia il patrimonio edilizio nazionale è composto per una ampia parte da asset vetusti, non più rispondenti alle odierne necessità. Questa componente rappresenta la base sulla quale la rigenerazione urbana può intervenire, considerando come elemento iniziale e imprescindibile di ogni operazione lo sviluppo di reti e servizi, materiali e immateriali, che possono avviare processi di valorizzazione a livello sia economico che sociale”.
Il Rapporto di Scenari Immobiliari e Urban UP | Unipol permette di stimare le potenziali dinamiche di rigenerazione urbana che andranno a interessare il territorio italiano nel corso dei prossimi 25 anni. Un processo che sarà sempre più condizionato non solo da futuri cicli di mercato immobiliare, da condizioni macroeconomiche e geo – politiche, da possibili crisi globali o locali, ma anche e, in alcuni casi soprattutto, dall’attuazione di strategie di sviluppo infrastrutturale nazionali, regionali, provinciali/metropolitane e comunali in grado di facilitare e accelerare la rigenerazione urbana in ambiti territoriali più o meno estesi. Inoltre, perché essa possa divenire un moltiplicatore di qualità al di fuori dei maggiori centri urbani della Penisola è necessario che si sviluppi a partire da una strategia di sviluppo infrastrutturale nazionale attenta e strutturata in grado di risolvere criticità e problematiche, non solo di natura congiunturale. Gli interventi di trasformazione, ormai sempre più riconducibili a processi di rigenerazione urbana, che periodicamente, ciclicamente o continuativamente riguarderanno i Comuni italiani non si esauriranno, ma si evolveranno perchè le modificazioni sociali ed economiche e l’obsolescenza edilizia che interesseranno i tessuti delle città risulteranno ancora più accelerate da tendenze già in atto.
I maggiori interventi di rigenerazione urbana si vanno a localizzare all’interno di alcune delle maggiori polarità urbane e direttrici infrastrutturali della Penisola quali l’ambito padano centro – orientale ed emiliano – romagnolo, con maggiore concentrazione nei poli di Milano, Venezia, Reggio Emilia e Rimini, e il triangolo apulo – campano – lucano con i capisaldi di Napoli, Foggia, Lecce e Taranto. Torino, Trento, Trieste, Genova, Firenze, Roma e Cagliari sono tra le realtà urbane in cui i processi di rigenerazione urbana risultano positivamente influenzati dal possibile miglioramento reputazionale guidato dallo sviluppo delle reti infrastrutturali, seguiti dai territori confinanti quali Moncalieri, Bogliasco, Cimone, Sgonico, Sesto Fiorentino, Formello e Elmas.