Tecnoborsa, società consortile per azioni senza fini di lucro, di emanazione delle Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, ha pubblicato il “Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia:IV Trimestre 2021 – Banca D’Italia, Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate”.
Dall’indagine, condotta presso 1.560 agenti immobiliari, emerge che si sono ulteriormente rafforzati i segnali di pressioni al rialzo sui prezzi delle abitazioni, sia nel IV trimestre del 2021 sia nelle attese per il trimestre in corso. La quota di agenzie che ha venduto almeno un immobile nel IV trimestre dello scorso anno è tornata a crescere, raggiungendo il suo massimo dall’inizio della rilevazione nel 2009.
I giudizi sulle condizioni della domanda sono migliorati, mentre si è accentuata la flessione dei nuovi incarichi a vendere. Nel IV trimestre del 2021 si è consolidato il saldo positivo fra i giudizi di aumento e riduzione delle quotazioni immobiliari, attestandosi a 3,7 punti percentuali (0,6 nella rilevazione precedente), dopo la lunga fase negativa degli anni precedenti. Rimane tuttavia prevalente, e sostanzialmente invariata rispetto alla precedente indagine, la quota di operatori che esprimono giudizi di stabilità dei prezzi (ferma al 66,9 per cento).
I tempi di vendita sono lievemente diminuiti, a fronte di uno sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore che si è mantenuto costante rispetto alla rilevazione precedente (pari al 9,7 per cento). I tempi di vendita si sono lievemente accorciati (a 6,2 mesi da 6,4 mesi).
La percentuale di agenzie che hanno venduto almeno un’abitazione nel IV trimestre è salita all’86,7 per cento (da 82,4 nel III trimestre), il livello massimo dall’inizio della rilevazione avviata nel 2009. Rispetto alla rilevazione riferita al quarto trimestre del 2020, la superficie media degli immobili intermediati è rimasta pressoché stabile: il 56,9 per cento ha una metratura compresa fra 80 e 140 mq, mentre per il 37,0 per cento la superficie è inferiore agli 80 mq.
La quasi totalità delle case vendute era libera; circa tre quarti risultava parzialmente da ristrutturare, contro poco meno del 20 per cento di abitazioni nuove o in ottimo stato. La classe energetica degli immobili si conferma mediamente bassa, con il 64,1 per cento delle unità vendute di classe F o G. In linea con l’anno precedente, secondo gli agenti, il 46,3 per cento la tendenza dei potenziali acquirenti che intendeva acquistare una prima casa di proprietà per sé o per i propri familiari e circa il 30 percento intendeva cambiare abitazione; è lievemente aumentata, al 16,9 per cento, la quota di coloro che hanno ricercato una seconda casa per investimento.
La quota di compravendite finanziate con mutuo ipotecario è salita al 73,0 per cento (dal 71,3%), avvicinandosi ai valori dell’estate del 2019. Il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è rimasto pressoché stabile intorno al 78 per cento.
Per quanto riguarda I canoni di locazione, la percentuale di operatori che ha dichiarato di aver locato almeno un immobile nel IV trimestre è appena diminuita, al 79,4 per cento (da 80,2 % nel III trimestre). Nelle aree urbane i giudizi di aumento dei canoni di affitto sono tornati a prevalere su quelli di riduzione (con un saldo di 8,4 punti percentuali, da -6,3%); mentre nelle aree non urbane il saldo, già positivo nelle due rilevazioni precedenti, si è ulteriormente ampliato (12,0 punti percentuali, da 10,9 punti percentuali).
È altresì proseguito il rialzo del saldo tra le attese di aumento e diminuzione dei canoni di locazione per il trimestre in corso (10 punti percentuali, dal 5,7%); il saldo è maggiore nelle aree non urbane. Il margine medio di sconto rispetto alle richieste iniziali del locatore è rimasto stabile al 3,2 per cento. Il saldo negativo tra la quota di agenzie che hanno riportato incarichi a locare in crescita nel IV trimestre e quelle che ne hanno segnalato una diminuzione si è ulteriormente ampliato (-31,9%, da -25,2%).
Le prospettive degli operatori in riferimento sia al proprio mercato sia a quello nazionale sono lievemente peggiorate per il trimestre in corso, ma rimangono favorevoli su un orizzonte biennale. Resta diffusa tra gli agenti la percezione che l’epidemia eserciti nel complesso un effetto espansivo sulla domanda di abitazioni e al rialzo dei prezzi, che si prolungherebbe almeno fino alla fine del 2022.