Ancora neonato e già il Metaverso sembra essere sempre più terra di nessuno: lo scorso marzo, infatti, l’FBI ha messo fine ad un presunto schema illegale da 1 milione di dollari che, alcune bande criminali operanti sul web, utilizzando una compravendita di NFT proprio nel Metaverso, si dedicavano a riciclare capitali illegali utilizzando la piattaforma di realtà virtuale progettata da Mark Zuckerberg.
L’operazione dei federali è solo la punta dell’iceberg di quanto accade quotidianamente, e nel più assoluto silenzio, nel Metaverso.
L’ambiente virtuale popolato da avatar sottende ad un potenziale di miliardi di dollari che la criminalità organizzata – a detta degli esperti – può contrabbandare senza particolari noie, mentre le grandi aziende stanno continuando a guardare con interesse il mondo virtuale 3D e concentrano, giorno dopo giorno, cospicui investimenti. E si sa, dove ci sono soldi c’è anche molto interesse delinquenziale.
Bion Behdin, co-fondatore della società First AML (specializzata in antiriciclaggio), ha affermato dalle colonne del The Sun che i riciclatori di denaro utilizzano sovente giochi apparentemente ingenui come World of Warcraft o Roblox per trasferire segretamente denaro “sporco” su conti internazionali.
Le grandi organizzazioni “possono riciclare denaro da attività illegali o carte di credito rubate nella valuta virtuale del gioco“, ha affermato Behdin. I criminali, secondo l’esperto, possono anche utilizzare account falsi o hackerare account esistenti per “evitare il controllo normativo” ed essere così rintracciabili.
In tal modo, il denaro illecito viene in genere mescolato con quello “pulito” per evitare di essere rintracciato, e successivamente suddiviso in piccole quantità (di solito inferiori a 10.000 dollari) e spostato in conti offshore. Dopo il trasferimento, il denaro viene ritirato e convertito in attività che possono essere trasformate in contanti puliti. Una lavanderia 2.0.
Il Metaverso, dunque, inconsapevolmente presta il fianco a tali sporchi giochi. Senza ancora essere partito neanche ufficialmente. Al momento, infatti, la piattaforma di realtà virtuale voluta da Meta (il nuovo nome di Facebook) è ancora in fase sperimentale. Ma i lati negativi si vedono già tutti.