Chi non copia nulla non produce nulla, diceva Salvador Dalì. Non deve quindi far notizia il fatto che un programma elettorale si ispiri a notizie già pubblicate o a proposte e iniziative legislative precedenti. Spesso un programma elettorale è la sintesi di numerose idee o progetti di diverse soggetti politici e civili. Cercare l’originalità o cogliere qualche elemento già noto è stravagante se non inutile. Quando poi si prende in considerazione un candidato solo, omettendo di proposito gli altri concorrenti è perfino pretestuoso.
Per gli amanti dei numeri comunque, possiamo affermare con un certo grado di certezza che se Enrico Michetti ha “plagiato” per il 12% del suo programma elettorale, la sindaca Virginia Raggi lo ha fatto per il 10% e Roberto Gualtieri per il 5%, avendo effettuato un copia-incolla dal Pnrr. Lo si evince attraverso un software (uno dei più usati in assoluto) capace di scoprire ogni eventuale scopiazzatura. Nello specifico del candidato del centrodestra di quel 12%, un quarto è stato attinto dal programma di Gianni Alemanno del 2013, un quarto da quello di Giorgia Meloni del 2016, il resto da atti parlamentari presentati da deputati e senatori del centrodestra che hanno scritto il programma.
Dalle verifiche effettuate le fonti preferite di Gualtieri sono risultate romatoday, la rivista il Mulino, il sito del Comune di Modena, chissà perché. Presenti anche massa-critica, startmag.it e perfino germanistica.it.
Anche la sindaca ha sbirciato su romatoday, sito che evidentemente ha un’ottima indicizzazione, facile da trovare e copiare e ancora da battipagliaonline e faccecaso.com. Non solo: spunta anche dottorpumba.it, emiliaromagnasociale.it, fan page e molto altro.
L’unico che non ha copiato, è bene sottolinearlo, è Carlo Calenda, che dunque come sosteneva l’artista spagnolo, non ha prodotto nulla, avendo presentato il foglio in bianco, dopo aver pubblicato solo per punti il suo programma e non avendo messo sul sito le sue famose duemila pagine. A suo merito va detto che l’ex ministro difficilmente si ripete. Sono in molti a ricordare che non avrebbe fatto il sindaco “nemmeno morto”.