Un bambino su tre in Europa dichiara di aver vissuto episodi di “discriminazione o esclusione”, mentre uno su dieci convive con problemi di salute mentale o sintomi depressivi o, nel caso di ragazze, stati d’ansia. A fotografare questa realtà preoccupante è il nuovo rapporto di ChildFund Alliance, Eurochild, Save The Children, Unicef e World Vision, dal titolo: “La nostra Europa. I nostri diritti. Il nostro futuro”, nel quale sono stati coinvolti più di 10.000 bambini e giovani tra gli 11 e i 17 anni all’interno e fuori dall’Europa.
“Le voci dei bambini contribuiranno a orientare la Strategia dell’UE sui diritti dei bambini e la Child Guarantee, intervenendo, quindi, direttamente a determinare e definire le priorità di entrambe le iniziative”, affermano i promotori dello studio che mette in evidenza alcuni dati allarmanti: quando a denunciare episodi di emarginazione sono stati bambini con disabilità, migranti, di minoranze etniche o ragazzi che si identificano come LGBTQ+ la percentuale è del 50%.
Tre quarti dei bambini consultati si dice, poi, “felice a scuola”, ma l’80% dei 17enni intervistati ritiene che la formazione ricevuta non li prepari bene per il loro futuro. La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze coinvolte vorrebbe fare dei cambiamenti nella propria vita scolastica: il 62% degli intervistati vorrebbe, infatti, avere meno compiti a casa e il 57% vorrebbe avere lezioni più interessanti. Quasi un terzo degli intervistati vorrebbe, invece, influenzare il contenuto dei programmi scolastici, con più attività sportive (33%), approfondimenti sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (31%) e più materie artistiche (31%).
“Questa consultazione con i bambini è una svolta per noi della Commissione europea e un passo importante verso una maggiore partecipazione dei bambini. I bambini sono esperti sulle questioni che li riguardano e questa consultazione dimostra ancora una volta che i bambini sono già attori importanti qui ed ora”, ha dichiarato la Vicepresidente della Commissione europea, Dubravka Suica.
“Il nostro ruolo – ha quindi proseguito – è quello di permettere e dare a tutti loro la possibilità di continuare a percorrere la strada che li porterà a diventare i leader di domani. Pertanto, la partecipazione, l’uguaglianza e l’inclusione sono i principi guida sia per la Strategia dell’UE sui diritti dei bambini che per la Child Guarantee nel 2021. Dobbiamo e vogliamo garantire che tutti i bambini abbiano un uguale inizio di vita e prosperino in questo mondo, liberi dalla paura e dal bisogno”.
“Questo è di per sé un rapporto storico, poiché è la prima volta che così tanti bambini e giovani possono influenzare e determinare direttamente la politica dell’UE. Non potrebbe arrivare in un momento più importante, dato che i bambini stanno affrontando gli impatti psicologici e pratici della pandemia da COVID-19, dovendo adattarsi a una nuova realtà per gli anni a venire. Poiché si tratta del loro futuro, le loro opinioni devono emergere nelle decisioni prese dall’UE”, hanno dichiarato, invece, i rappresentanti di ChildFund Alliance, Eurochild, Save the Children, UNICEF e World Vision.