di V. Sor
Ad uno dei suoi primi debutti, sabato scorso 27 febbraio, il neo Ministro del Lavoro Orlando, in un incontro con sindacati ed aziende, si è imbattuto in una impresa a dir poco difficile: definire un nuovo sistema di protezione sociale in grado di risolvere le annose problematiche del mondo del lavoro italiano, aggravate dalla crisi economica e dare una soluzione condivisa al tema della scadenza, il 31 marzo, di alcune misure emergenziali adottate dal Conte 2. Se si tratti di un reale cambio di passo rispetto al passato e di una rinnovata visione strategica sul rilancio del mondo del lavoro per i prossimi anni, è ancora tutto da verificare.
Certo è che le linee guida generali, sintetizzate dal neo Ministro in un documento di 7 pagine consegnato alle parti sociali sabato, hanno destato reazioni diverse, positive e non. Si vorrebbe rimediare alla farraginosità delle norme sulla cassa integrazione con un solo criterio ispiratore, la semplificazione, e agevolare lo scambio dei dati già in possesso delle pubbliche amministrazioni nella gestione delle domande.
“Bene il metodo Orlando, abbiamo apprezzato il confronto ed il cronoprogramma avviato dal Ministro del Lavoro” ha commentato Luigi Sbarra, Segretario Generale della Cisl, condividendo la necessità di riformare il sistema degli ammortizzatori in senso universalistico; Ivana Veronese, Segretario UIL con delega alle politiche attive del lavoro, ha dichiarato: è positivo veder convocati tavoli tecnici, ma resta da vedere quali saranno i contenuti del prossimo decreto ristori che prenderà forma nelle prossime settimane per affrontare temi scottanti come la proroga degli ammortizzatori COVID e il blocco dei licenziamenti. Dal lato delle aziende, già lo scorso 25 febbraio, il presidente di Confindustria Bonomi aveva sollecitato, ai microfoni di Rtl 102,5, la necessità di una norma transitoria sul blocco dei licenziamenti che scade a fine mese: “dobbiamo dare il segnale alle imprese che si sta andando verso una normalizzazione per consentire la serenità di fare investimenti e creare posti di lavoro” altrimenti “il blocco dei licenziamenti diventa il blocco delle assunzioni”. Il meccanismo immaginato dal presidente degli industriali consiste nel consentire alle imprese soggette a restrizioni per i decreti normativi o per i settori più in crisi, come il commercio e il turismo, di continuare ad usufruire della cassa integrazione Covid a carico della fiscalità generale a fronte del blocco dei licenziamenti. Le altre aziende dovrebbero invece ricorrere alla cassa ordinaria, senza dover licenziare nessuno. Questioni spinose, dunque, che il Governo si accinge a normare con misure che l’ex Presidente INPS, Tito Boeri, boccia su twitter, come inutili: “vorrei tanto sbagliarmi, scrive,ma le nuoveprocedure per la concessione della Cassa Integrazione presentatealle parti sociali mi sembra che non velocizzino un bel niente. Soloun cambio di nome nelle procedure. E non si capisce cosa sial’ammortizzatore unico e universale”.
Intanto la gravità dei temi sul tavolo del Ministro del Lavoro e l’urgenza di soluzioni condivise è resa ancora più evidente dai dati emersi dal Rapporto sul mercato del lavoro 2020, pubblicato la scorsa settimana con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal. La crisi senza precedenti dell’occupazione in Italia, nel 2020, ha colpito categorie tradizionalmente fragili come le donne, i giovani e i lavoratori a tempo determinato.
Le misure finora adottate per contrastare gli effetti economici della pandemia hanno consentito di mitigare, nel secondo semestre dell’anno, la forte caduta dell’occupazione dei mesi di marzo e aprile, ma hanno riversato i loro effetti negativi sul crollo delle ore lavorate. In questo scenario, la contrazione degli scambi con l’estero, la caduta del PIL, dei consumi e delle esportazioni in tutta l’area euro hanno mostrato la necessità di puntare, nel nuovo decreto ristori, ribattezzato decreto sostegno, a misure economiche di portata più ampia: serviranno nuove misure di politica attiva del lavoro e nuovi strumenti di sostegno al reddito e di rilancio degli investimenti. La quadra che il nuovo esecutivo è chiamato oggi a trovare sui temi ammortizzatori sociali eblocco dei licenziamenti, altro non è, dunque, che un tassello di una politica economica di più ampio respiro, che punti a rilanciare redditi ed investimenti attraverso un impiego selettivo e razionale delle risorse pubbliche.