Per il ministro degli Esteri “Da soli non andiamo lontano”. Per quello degli Affari Europei “Ecco perché lo spread non scende”
Di LabParlamento
Oggi “è difficile immaginare che un Paese possa da solo affrontare il futuro a prescindere dal resto della comunità internazionale e ciò vale a maggior ragione per l’Italia”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, in audizione davanti alle commissioni Esteri congiunte, presentando le linee guida del suo dicastero. “Da soli non possiamo andare molto lontani – ha aggiunto -, naturalmente l’imperativo è riuscire a farci valere nell’interesse del sistema e dei nostri cittadini”.
Secondo il ministro, l’Europa ha di fronte a se’ una serie di sfide cruciali, la piu’ sentita dai cittadini e’ quella dei migranti. “Il mio giudizio sulle conclusioni del recente Consiglio europeo resta un giudizio positivo, cosciente dei limiti delle conclusioni stesse, ma cosciente anche che si poteva venire fuori attraverso una mancanza di conclusioni”, ha spiegato riferendosi al vertice di fine giugno. Il titolare della Farnesina ha fatto riferimento alla volontarieta’, “figlia della volonta’ politica”, per gestire il fenomeno dell’immigrazione. “Se c’e’ la volonta’ si possono superare anche questo tipo di ostacoli” – ha detto. “Si sono fatti dei progressi, vedremo nel futuro prossimo quanto su questi semi messi nel terreno e su queste linee tracciate dai leader europei si potranno costruire ulteriori cambiamenti concreti”.
Sempre secondo Moavero, l’Italia ha la “concretissima possibilità di essere l’interlocutore privilegiato degli Usa nei suoi rapporti con l’Ue”. Il ministro ha sottolineato che “non siamo indifferenti all’involuzione” registrata sul commercio, anche se i “dazi per ora non ci hanno colpito in modo particolare”.
Audizione odierna anche per il ministro degli Affari Europei, Paolo Savona.
“Le dichiarazioni rese ai massimi livelli che l’Italia non intende uscire dall’euro e rispettare gli impegni fiscali hanno rasserenato il mercato, ma lo spread non scende perché il nostro debito pubblico resta esposto ad attacchi speculativi”, ha detto alle Commissioni Ue di Camera e Senato. “Lo spread – ha aggiunto – resta elevato perché gli operatori attendono di conoscere come il governo intenda realizzare i provvedimenti promessi all’elettorato, soprattutto reddito di cittadinanza, flat tax e revisione della legge Fornero. La preoccupazione del mercato è che la spesa relativa causi un aumento del disavanzo di bilancio, ma giusto o sbagliato che sia la politica del governo ne deve tenere conto”.
“Mi dicono tu vuoi uscire dall’euro? Badate che potremmo trovarci in situazioni in cui sono altri a decidere. La mia posizione e’ di essere pronti a ogni evenienza”, ha poi detto Savona rispondendo ad una domanda. “Una delle mie case, Banca d’Italia, mi ha insegnato a essere pronti non ad affrontare la normalita’ ma il cigno nero- sottolinea – l’evento straordinario, che bisogna essere pronti ad affrontare”.
Il ministero delle Politiche Ue è al lavoro sulla legge di delegazione europea. “Ci sono da attuare 22 direttive, più una decisione di adeguamento dell’ordinamento interno e 12 decisioni di normative di adeguamento”, ha riportato il ministro. Savona ha poi lasciato intendere di trovare alcune direttive troppo di dettaglio. “Tra le 22 direttive trovo anche come deve essere organizzato una nave da pesca. Io dico: queste cose ce le possiamo fare senza ingorgare” la legislazione, “sennò sono distrazioni dagli obiettivi principali”.
Da evidenziare infine che il Savona incontrerà il Presidente della Bce Mario Draghi. “Mi recherò da Draghi appena terminato questo incontro – ha dichiarato Savona – Prima volevo che la mia azione godesse della legittimazione democratica. Ero stato delegittimato dai media e non mi sono mosso fino a questo momento per questi precisi motivi”.