Franco è ottimista. Il ministro dell’Economia spera di chiudere la cessione di Mps (di cui via XX settembre detiene una partecipazione del 64,2%) a Unicredit ma non ad ogni costo anche se esclude l’ipotesi cosiddetta ‘stand alone’ dell’istituto senese.
E’ una “trattativa che parte su basi solide” quella tra Mef e Unicredit su Mps, ha spiegato il ministro di fronte alle Commissioni Finanze di Camera e Senato, “non saremmo partiti se non pensassimo che non ci sia da entrambe le parti un margine di soluzione di mutuo interesse. Abbiamo un partner industriale solido.
Proporremo un pacchetto finale solo se saremo convinti che il pacchetto sarà adeguato, al contrario non cercheremo di chiudere a tutti i costi”.
“Sarà un lavoro complesso, auspico fortemente che si chiuda, lavoreremo per trovare una soluzione, credo che ci siano i margini per trovarla ma non chiuderemo a qualsiasi costo. Non lo faremo noi e non lo farà Unicredit”, ha evidenziato il ministro.
“Sarà un confronto complesso alla fine del quale si vedrà se la soluzione sarà adeguata. Spero che si arrivi in fondo e se questo avverrà, tornerò a spiegare quello che sarà raggiunto e spero in una soluzione accettabile per il territorio, il governo e il Parlamento”.
Per il titolare del Mef la soluzione Unicredit garantisce l’interesse generale. “Il presupposto è la dismissione della partecipazione statale. Vorrei sottolineare che non si tratterà di una svendita di proprietà statale”.
“L’avvio di un’interlocuzione con Unicredit è un’iniziativa doverosa. L’operazione rappresenta una soluzione strategicamente superiore dal punto di vista dell’interesse generale del paese e motivata dal punto di vista industriale”, ha precisato il ministro.