L’Istat, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’Inps, l’Inail e l’Anpal hanno pubblicato di recente, la Nota Trimestrale sulle tendenze dell’occupazione nel secondo trimestre 2021.
Sulla base dei dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, nel secondo trimestre del 2021 l’occupazione stimata al netto degli effetti stagionali è pari a 22 milioni 785 mila persone, in aumento su base annua (+2,3%, +523 mila). Contestualmente diminuisce il numero di disoccupati e quello degli inattivi.
L’aumento del tasso di occupazione è più accentuato nel Nord (+1,1 punti) e nel Mezzogiorno (+1 punto), che registra anche una crescita più intensa dell’indicatore in termini tendenziali (+2,1 punti rispetto al secondo trimestre 2020). La dinamica del tasso di disoccupazione è più accentuata nelle regioni centro-meridionali mentre il calo del tasso di inattività è più forte per il Nord e il Mezzogiorno, rispetto a un anno prima è più intenso nelle regioni meridionali (-4,0%).
Secondo i dati Inps, nel secondo trimestre del 2021 il saldo tra le attivazioni e le cessazioni nel corso di un anno è positivo per tutte le classi dimensionali d’impresa. Il maggiore aumento si riscontra nella classe fino a nove dipendenti (+296 mila).
La dinamica positiva dell’occupazione è simile per entrambe le componenti di genere nel confronto congiunturale e più accentuata per le donne in quello tendenziale; la diminuzione congiunturale della disoccupazione e del relativo tasso è maggiore per gli uomini, mentre la crescita tendenziale coinvolge maggiormente le donne. La diminuzione del numero di inattivi è più intensa per la componente maschile in entrambi i confronti, ma il relativo tasso mostra una diminuzione femminile più marcata, soprattutto nel confronto con l’anno precedente.
Per quanto riguarda la durata dei contratti, nel secondo trimestre del 2021, il 35,1% delle posizioni lavorative attivate a tempo determinato ha una durata prevista fino a 30 giorni (+9,2 punti rispetto al secondo trimestre 2020), il 37,3% da due a sei mesi (-1,8 punti in un anno), e lo 0,6% supera un anno. Nel complesso, la quota delle durate brevi sul totale dei contratti a termine attivati nel trimestre è sensibilmente aumentata rispetto al 2020, tornando più simile ai valori precedenti la pandemia.
Il numero dei lavoratori in somministrazione presenta una accelerazione della crescita portandosi a 435 mila unità (+122 mila, +39,0% nei dati Inps-Uniemens). Anche il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti, torna a crescere in modo sostenuto (+73 mila, +63,8% rispetto all’analogo trimestre del 2020 nei dati Inps-Uniemens) attestandosi a 187 mila unità.
Gli infortuni sul lavoro, accaduti e denunciati all’Inail, nel secondo trimestre del 2021 sono stati 119 mila, quasi 25 mila denunce in più (+26,5%) rispetto all’analogo trimestre del 2020. Il confronto con l’anno precedente è fortemente influenzato dalla pandemia da Covid-19: calano sensibilmente le denunce per infortunio “da contagio” (circa 4 mila contro le quasi 23 mila dell’anno precedente), mentre le denunce da infortunio “tradizionale” aumentano nettamente (circa 40 mila in più) rispetto a un 2020 condizionato dalle chiusure cautelative di molte attività e dalle limitazioni alla circolazione stradale. Anche l’aumento dei casi mortali denunciati nel secondo trimestre del 2021 è sintesi della diminuzione delle denunce mortali da Covid-19 (10 casi in meno) e dell’incremento delle denunce “tradizionali” (78 casi in più).
In conclusione, l’analisi tendenziale del fenomeno infortunistico nel 2021 è ancora influenzata dalla pandemia, seppur in forte attenuazione, con confronti mensili che risentono delle diverse ondate di contagi che hanno caratterizzato il 2020.