Immaginate la scena di un soggetto che, in tutta tranquillità (come milioni ogni giorno) entra in un supermercato per fare la spesa ma, appena varcata la soglia d’ingresso, viene avvicinato dalla vigilanza e accompagnato alla porta perché – anche in anni lontani – quel soggetto ha avuto problemi con la giustizia quindi – in astratto – potrebbe delinquere anche tra gli scaffali.
Non è fantascienza, ma una delle possibilità di utilizzo dei sistemi di riconoscimento facciale a tutela della sicurezza delle attività commerciali, e quanto appena descritto non è un puro esercizio di fantasia, ma quanto accaduto nel 2020 in Spagna, in circa 40 supermercati situati a Maiorca, Saragozza e Valencia.
La Mercadona, questo il nome della catena di distribuzione, aveva creato un sistema di telecamere e Intelligenza artificiale in grado di scansionare e identificare il volto di tutti i clienti che entravano nei diversi punti vendita, raccogliendo istantaneamente una serie di dati biometrici che venivano, poi, confrontati con le immagini presenti in una banca dati di pregiudicati. Una volta identificato l’ex mariuolo, la reception avvertiva la vigilanza che subito interveniva impedendo l’accesso.
Il Garante per la privacy spagnolo è subito intervenuto a difesa di tutti i cittadini, avviando un’istruttoria sul caso in questione. Tale sistema (più adatto per proteggere una gioielleria che un pizzicagnolo), infatti, è stato valutato altamente lesivo dei diritti fondamentali e delle libertà delle persone, e potenzialmente idoneo a creare pregiudizi e discriminazioni.
Nell’estate del 2021, il Garante iberico ha così sanzionato Mercadona per 2,5 milioni di euro, giudicando illecito tale sistema di videosorveglianza, ravvisando la violazione di gran parte dei principi di salvaguardia stabiliti dal GDPR quali quelli di necessità, proporzionalità e minimizzazione dei dati, trasparenza e privacy by design.