E così mentre nei talk show si parla di terza guerra mondiale e di embargo, la catena decisionale corta della dittatura ha tagliato il gas a Polonia e Bulgaria. Putin tira dritto e punisce le prime due nazioni europee che non hanno accettato di pagare in rubli la preziosa risorsa gassosa.
Anche Guterres ha ricevuto il niet del neo Zar circa ogni ipotesi di cessare il fuoco. La radicalizzazione del Putin-pensiero è al punto di non ritorno ed ha nel mirino l’escalation della guerra su tutti i fronti, tagliando le forniture all’Europa in modo sistemico, provocando rotture nel fronte già poco compatto dei partner europei.
Putin sta attuando mosse sulla scacchiera che porteranno a mettere in scacco l’Europa.
Fallita (è di tutta evidenza) la strategia delle sanzioni contro il caviale, le ville e gli yacht l’UE si prepara al razionamento, al fallimento “annunciato” del Next Generation EU, a proteste di piazza, fame, disoccupazione, fine del welfare statale.
Alla fine, la guerra sembra l’unica soluzione che la storia di questo periodo sarà costretta a riportare. Il povero Trilussa, vessato poeta romano, aveva già vergato in un romanesco ruvido “…popolo coglione risparmiato dal cannone…”. Ecco, questa la via prospettica della folle incapacità dell’Europa di cercare la pace dopo 8 anni di guerra in Donbass. Francamente risulta vergognosa l’esaltazione ipocrita del coraggio ucraino spingendo quel popolo a combattere per procura e senza speranza contro un nemico oggi imbattibile.
La follia e la vigliaccheria della retorica della resistenza prevalgono anche sulla voce fermissima del Papa, rimasto unico convinto sostenitore della pace e del dialogo mentre la censura implicita imposta a chi si batte per la negoziazione diplomatica sembra replicare il pensiero assoluto ed ottuso impostoci nelle fasi più acute della pandemia contro i no vax ed i no green pass.
Corriamo verso una guerra che non siamo in grado di combattere e che non possiamo vincere. Stiamo decretando l’estinzione del sistema economico e finanziario europeo con un rallentamento economico che sta per superare i tre anni, continuando a far debito pubblico che costerà sempre più.
La mancanza di realismo può costarci carissima, potrebbe addirittura costarci tutto, con un collasso del sistema. Vale tutto questo la sterile retorica muscolare a base di steroidi di luoghi comuni sulle libertà del popolo ucraino?
Né si può essere miopi sulla strategia di Usa e Cina che si fronteggiano apparentemente, mentre spaccano il mondo che hanno deciso di dividersi. E sì, sono loro i sovrani cugini di cui ci parla Trilussa nella poesia a ninna nanna sopra citata che non vedono l’ora di dispensarci la loro libertà condizionata economicamente, se sopravviveremo alla guerra, al ragionamento ed alla pandemia.