Stamattina l’incontro a Bruxelles per la definizione delle deleghe, martedì la nomina. I prossimi passi nella procedura di formazione dell’Esecutivo comunitario
Non è presente tra i 29 punti del programma – reso pubblico in questi ultimi giorni – del nascente Governo M5S – Pd, eppure la candidatura italiana del futuro commissario europeo è stato il primo atto formale che l’Esecutivo in carica, ancora prima di ottenere la fiducia dalle Camere, ha provveduto a ufficializzare, durante il Consiglio dei Ministri tenutosi ieri, comunicando il nome di Paolo Gentiloni a Bruxelles.
L’indicazione della nomina di Gentiloni quale candidato ufficiale dell’Italia alla Commissione Ue, per voce del premier incaricato Conte, arriva non senza ritardi, dovuti alla crisi di Governo che ha di fatto bloccato il processo di designazione alla carica di commissario di un esponente della Lega, dato a inizio agosto come dato quasi certo.
Nel bel mezzo della crisi politica estiva, l’Italia ha infatti ottenuto una proroga per non aver indicato, entro la scadenza fissata da Bruxelles al 26 agosto, un nome da sottoporre alla neo eletta Presidente Ursula von der Layen ed è attualmente l’ultimo tra i 27 Stati membri (il Regno Unito non indicherà infatti un proprio commissario) – ad aver espresso il proprio candidato alla Commissione europea. D’altra parte era stata la stessa von der Layen – eletta anche grazie ai voti decisivi del MoVimento Cinque Stelle – a sollecitare l’Italia ad esprimere in tempi rapidi il proprio candidato e comunque prima dell’insediamento della nuova Commissione, previsto per il prossimo 1° novembre.
Ora che le principali caselle del nuovo Governo sono state occupate, rimane solo da ufficializzare la delega a colui che, per i prossimi cinque anni, avrà la responsabilità di guidare la Commissione in uno specifico settore politico. Nonostante i ritardi, sembra che l’inerzia italiana non abbia però inciso negativamente sullo spessore della delega da affidare a Gentiloni: se in tempi non sospetti l’Italia aveva infatti reclamato per sé, per voce del Presidente del Consiglio Conte, un commissario “di peso”, intendendo con questo l’attribuzione di un portafoglio economico come quello alla Concorrenza, all’Industria o al Commercio, l’ex premier ed esponente del Pd potrebbe addirittura aggiudicarsi la delega agli Affari economici, prendendo il posto dell’uscente Moscovici nell’Esecutivo comunitario ed andando ad affiancare il suo nome a quello dei compagni di partito Enzo Amendola e David Sassoli, rispettivamente Ministro degli Affari europei e Presidente del Parlamento Ue.
Per quanto riguarda le fasi della procedura di nomina dei membri della Commissione, sarà quindi il Consiglio dell’Ue, di comune accordo con il nuovo Presidente eletto Charles Michel, ad adottare, deliberando a maggioranza qualificata “rafforzata”, l’elenco delle personalità che propone di nominare membri della Commissione, quali membri scelti in base alle loro competenze, al loro impegno europeo, tra personalità che offrono tutte le garanzie di indipendenza.
A questo punto i candidati alla carica di Commissario europeo saranno sottoposti, ai sensi del Regolamento del Parlamento Ue, ad una sorta di stress-test comunitario, secondo un iter ben preciso: domande scritte, audizioni pubbliche presso le Commissioni parlamentari competenti nelle materie di riferimento ed infine lettera di valutazione dei singoli commissari designati in cui si attesta o meno l’idoneità del candidato a ricoprire il ruolo di commissario.
L’ultima parola spetta però al Consiglio europeo che, dopo l’approvazione, con votazione per appello nominale da parte del Parlamento europeo, nomina la Commissione deliberando ancora una volta a maggioranza qualificata “rafforzata”.
C’è poi da rispettare la richiesta dell’ex ministra della Difesa tedesca agli Stati membri di indicare il nome di un uomo e di una donna, obiettivo che sembrerebbe raggiunto, stando al tenore delle candidature avanzate – di una Commissione europea composta per la metà da quote rosa, nonostante l’Italia abbia avanzato come unico nome quello di Paolo Gentiloni.
Nelle scorse ore la presidente tedesca Von der Leyen ha incontrato a Bruxelles l’incaricato Gentiloni, prima di annunciare il prossimo martedì la ripartizione dei portafogli tra i suoi commissari.