Libero scambio tra Europa e Canada: ratifica parlamentare tuttora in salita. Cosa prevede
Today is Ceta’s day.
Il 21 settembre non è infatti solo il giorno che segna la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, ma quest’anno è anche il giorno in cui entra in vigore, seppur provvisoriamente, il Comprehensive Economic and Trade Agreement (Ceta appunto), cioè l’accordo commerciale di libero scambio firmato il 30 ottobre dell’anno scorso tra l’Unione Europea e il Canada.
I negoziati che hanno portato al CETA sono durati cinque anni, dal 2009 al 2014 e proprio nel 2014 l’accordo è stato recapitato agli Stati dell’UE e ai membri del Parlamento europeo e reso pubblico in un summit UE-Canada il 26 agosto successivo.Il 29 febbraio 2016 la Commissione europea e il Canada hanno terminato la revisione dell’accordo,che è stato quindi firmato a Bruxelles il 30 ottobre 2016 (in leggero ritardo rispetto alla data inizialmente prevista, a causa delle forti pressioni contro il trattato euro-canadese da parte della Vallonia.
Approvato poi a maggioranza dal Parlamento europeo (hanno votato contro l’Europa delle Nazioni e della libertà, l’Europa della Libertà e della Democrazia Diretta, Verdi e Sinistra Europea), è stato ratificato in questi anni da Malta, Spagna, Lettonia, Danimarca, Repubblica Ceca e Croazia, mentre il Parlamento portoghese dovrebbe dare il via libera all’accordo proprio in questi giorni.
In Italia invece Il Ddl di ratifica del Ceta ha incassato il primo sì in commissione Esteri del Senato lo scorso 27 giugno con il sostegno di Pd, centristi e Forza Italia. Contrari invece M5S, Gal, Sinistra italiana e Lega. Il Ddl dovrebbe arrivare in aula il prossimo 26 settembre, ma la ratifica dell’accordo non pare essere proprio così scontata. Oltre infatti alle contrapposizioni interne al Parlamento, critiche arrivano anche dall’esterno del palazzo, soprattutto da parte di Coldiretti e della Cgil.
Nonostante la situazione di “incetezza”, da oggi, 21 settembre, il Ceta entrerà in vigore provvisoriamente solo nelle sue parti fondamentali e dovrà attendere la ratifica di tutti i Parlamenti nazionali degli Stati membri per poter essere pienamente operativo. Se solo uno dei Parlamenti non dovesse ratificare, sarebbe la fine del Ceta.
Allo stato attuale in pratica saranno applicabili le clausole che impattano sulle materie di competenza europea come le misure non tariffarie e la tutela delle indicazioni geografiche, compresi 41 prodotti italiani: dall’aceto balsamico di Modena all’asparago bianco di Bassano fino all’Aglio bianco Polesano. Da oggi infatti finalmente alcuni marchi di punta italiani, come quelli citati e molti altri, potranno sbarcare sul mercato canadese utilizzando il proprio nome.
Inoltre, il Canada aprirà il mercato degli appalti pubblici federali e municipali alle imprese europee e i fornitori europei di servizi avranno accesso al mercato canadese. Parimenti, saranno eliminati i dazi sulla maggior parte dei beni e servizi.
Qualora invece si superasse l’applicazione provvisoria molti altri aspetti e temi relativi al mercato e allo scambio commerciale saranno resi operativi: dall’accesso al mercato per gli investimenti di portafoglio alla risoluzione delle controversie in materia di investimenti tra investitori e Stati con il sistema delle Corti ai capitoli relativi allo sviluppo sostenibile, al commercio e al lavoro, nonché quelli concernenti i rapporti relativi alle misure di difesa commerciale.
Non resta dunque che attendere il 26 settembre per capire cosa il Parlamento italiano deciderà di fare. Nel frattempo, c’è da aspettarsi per oggi una intensa campagna #NoCeta, come nella migliore tradizione italiana.