Novità sulla scena politica tradizionale. Tra una conferenza stampa alla Camera e una startup digitale
di Rita Murgese
In una campagna elettorale in cui il populismo prende sempre più i contorni di una minaccia da evitare, i ragazzi di Potere al Popolo si dichiarano popolari.
Alla conferenza stampa organizzata a Palazzo di Montecitorio, la leader del neo movimento in lizza per le Politiche di marzo, Viola Carofalo, mette le mani avanti: “Riconosco che le cose dette possano sembrare semplici, quasi banali ma sono necessarie a raccogliere le esigenze di tutti”.
Ed è proprio la retorica del raccoglitore di istanze reali a mostrarsi, per questi non politici di professione, come una carta vincente. Provengono tutti dall’Ex Opg Occupato Je so’ Pazzo di Napoli, e come i numerosi movimenti e associazioni fidelizzati al progetto da Nord a Sud dell’Italia, sono abituati a stare tra le persone. Per questo motivo infatti non hanno nessun timore di non superare la soglia di sbarramento del 3% di voti validi, imposta dalla legge elettorale per l’accesso in Parlamento di partiti e singole liste. Come del resto non sono preoccupati di non raggiungere le firme necessarie alla presentazione della lista agli elettori, sebbene a loro disposizione abbiano poco meno di un mese.
I banchetti organizzati per riscuotere consenso tra gli elettori vanno al di là dei confini nazionali: “La raccolta firme prosegue anche in Europa – ha ribadito la leader di PaP – perché riteniamo fondamentale connetterci anche a livello sovranazionale”. Il motivo del resto è tutto politico, secondo la Carofalo infatti l’attacco a chi vive su suolo italiano proviene anche da Bruxelles; anche per questo, grazie all’appoggio dell’eurodeputata Eleonora Forenza (Lista Tsipras – L’altra Europa) i ragazzi di Potere al Popolo sono riusciti a portare la loro voce a Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo.
Proprio sui temi legati all’Europa e all’immigrazione che Potere al Popolo si pone come antagonista del Movimento Cinque Stelle. L’attacco della leader di PaP, palesato anche in altre sedi, è nei confronti non solo di chi non è chiaro su alcune tematiche di attualità, appunto la questione immigrazione e i rapporti tra Italia e Bruxelles ma anche dei dinosauri della politica italiana, i vari D’Alema e Bersani, per cui Potere al Popolo si è distanziato dal percorso di Liberi e Uguali, i cui albori li ritroviamo sin dal giugno dello scorso anno nelle assemblee al Teatro Brancaccio di Roma.
Nessun tipo di alleanza quindi, tra Pap e altre forze politiche, né per le prossime Politiche e né per le Amministrative o le Regionali, alle quali stanno pensando però di partecipare. Il collettivo Potere al Popolo, che racchiude le più varie anime italiane e non, da casalinghe, precari, immigrati, cassintegrati e disoccupati, ha riscosso attenzione tra la cosiddetta “sinistra – sinistra”, ossia Rifondazione comunista, nella figura dell’ex segretario nazionale Paolo Ferrero, gli uscenti militanti di Sinistra italiana e gli ultimi rimasti di L’altra Europa con Tsipras. Come anche in altre occasioni, alla conferenza stampa di oggi era presente anche il cantautore e regista sessantottino, Paolo Pietrangeli.
Nei prossimi giorni, forse già da domani, sul sito di Potere al Popolo, sarà possibile consultare l’intera lista di candidati e capire, proprio a ridosso della presentazione dei programmi politici, quali saranno i loro cavalli di battaglia. Per adesso è chiaro che l’obiettivo sarà porre un “controllo su tutto, su come vengono spesi i soldi, su come viene gestita la sanità italiana, la scuola e le politiche sociali”.
Affianco ai combattenti della retorica ‘ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri’, figura il gruppo politico 10 volte meglio, unione di professionisti del marketing digitale e delle nuove tecnologie, lanciato tra gli altri da Andrea Dusi, Gian Luca Comandini e Stefano Benedikter. Attraverso una penna arancione distribuita nelle strade, nei bar, nei supermercati invitano gli italiani a cambiare il Paese, partendo proprio da una firma, affinché riescano a portare in Parlamento le loro idee di cambiamento: rilancio del settore turistico, attraverso il trasferimento della gestione dal ministero dei Beni culturali a quello dello Sviluppo economico, una free tax area ventennale e un ministero dell’Innovazione, per far diventare l’Italia la Silicon Valley europea.