La mozione Fregolent, approvata, è di fatto una bocciatura per la riconferma di Ignazio Visco. Ma Gentiloni e Mattarella erano sul fronte opposto
Sgambetto del Pd nell’aula della Camera dei Deputati, al Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, in scadenza dal suo incarico il prossimo 1 novembre. Una politicizzazione inattesa della questione che ha provocato subito la presa di posizione del Quirinale, preoccupato per possibili effetti sui mercati, le cui fonti hanno affidato all’agenzia Reuters un messaggio di ferma necessità di salvaguardare gli “interessi del Paese”. Insomma, la legge elettorale non è stata ancora approvata (anche se lo sarà a breve con il sostegno di Verdini al Senato), ma la campagna elettorale è già in pieno svolgimento.
Ma torniamo ai fatti. L’on. Fregolent (PD) ha presentato ieri , in “zona cesarini”, la mozione 1-01731 che impegna il Governo ad “adottare ogni iniziativa utile a rafforzare l’efficacia delle attività di vigilanza sul sistema bancario ai fini della tutela del risparmio e della promozione di un maggiore clima di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema creditizio, individuando a tal fine, nell’ambito delle proprie prerogative, la figura più idonea a garantire nuova fiducia nell’istituto, tenuto conto anche del mutato contesto e delle nuove competenze attribuite alla Banca d’Italia negli anni più recenti.”.
La mozione, non iscritta all’ordine del giorno, ma vertente su materia analoga, è stata firmata anche dai deputati Michele Pelillo (PD), Cinzia Maria Fontana (PD), Paolo Tancredi (AP-CPE-NCD) ed ha ottenuto, dopo il parere favorevole espresso dal sottosegretario Baretta per conto del Governo, 213 voti. Le astensioni, registrate tra i banchi dei deputati di Fi e Mdp, sono state 99, mentre i voti contrari, 97, sono arrivati da Si, M5S e Fdi.
Tutte le altre mozioni che, seppur con qualche distinguo, miravano direttamente a impegnare il Governo a non confermare il Governatore uscente Ignazio Visco alla guida di Bankitalia, sono state respinte.
In particolare, il M5S aveva proposto di “escludere la riconferma” di Visco, la Lega Nord aveva chiesto al Governo di “non avanzare proposta di riconferma”, Fratelli d’Italia aveva scritto di “non proporre conferma” mentre Scelta Civica/Ala aveva fatto riferimento a “scelte di ricambio” e Sinistra Italiana aveva invece proposto di “prorogare per un anno l’attuale Governatore” e di rivedere l’attuale processo di nomina chiedendo di coinvolgere le Camere nell’iter previsto per individuare il nuovo inquilino di via Nazionale.
La formula invece utilizzata dal Pd, anche grazie ad una serie di correzioni al testo “dettate” dal sottosegretario Baretta in corso di seduta, voleva essere rispettosa delle prerogative del Governo e del Presidente del Consiglio, ma di fatto “consiglia” al Governo, e soprattutto al Premier Gentiloni, di dare un chiaro segnale di discontinuità.
Insomma, il rinnovo del vertice della Banca d’Italia riporta a galla il contrasto (mai sopito) tra il Capo del Governo e il Segretario del Pd. Il primo, sostenuto su questa partita dal Presidente Mattarella, è convinto che una conferma di Visco sarebbe un segnale importante di stabilità verso l’esterno, soprattutto in questa fase in cui si sta discutendo edesaminando una legge di bilancio con molte risorse derivanti dalla flessibilità ottenuta in Europa.
Il secondo, invece, propende per avviare la “rottamazione” anche a Palazzo Koch: “la mia opinione sul passato è che nelle vicende delle banche tante responsabilità che hanno avuto anche i vertici di Banca d’Italia sono argomenti che devono essere valutati. Il Pd non è certo responsabile della crisi delle banche, spero che anche altri possano dire altrettanto“, ha dichiarato Renzi.
Sbigottito invece il leader di Mdp Pier Luigi Bersani “la mozione del Pd è fuori da ogni logica, non puoi buttare in piazza la Banca d’Italia così. Quando vedo il partito di maggioranza fare una mozione così, cominciamo a essere fuori come un balcone“.