Seminario sul Jobs Act con le parti sociali e gli assessori regionali, presenti Poletti e Del Conte
Una lunga e articolata discussione quella di ieri pomeriggio nella sede del Pd per parlare di politiche attive del lavoro, “punto centrale del Jobs Act”, per discutere i passi fatti e quelli ancora necessari a compiere questa piccola rivoluzione per il mercato del lavoro italiano. All’incontro, promosso dalla Responsabile Lavoro del Pd, Chiara Gribaudo, erano presenti il Ministro del lavoro Giuliano Poletti, il Presidente di Anpal Maurizio Del Conte e la coordinatrice regionale degli assessori al lavoro, la toscana Cristina Grieco.
Sulla scia della rinnovata stagione di incontri al Nazareno, inaugurata poche settimane fa dal segretario Matteo Renzi per discutere di Europa, al confronto hanno risposto tutte le parti sociali, non solo Cgil Cisl e Uil e Confindustria ma anche i rappresentanti dei settori del commercio, dell’artigianato, dell’agricoltura e dei servizi alla persona. Visto il tema, non sono mancati i contributi delle agenzie per il lavoro private. Al tavolo anche assessori regionali al lavoro delle giunte di centrosinistra, nonché deputati e senatori delle commissioni Lavoro di Camera e Senato.
Non poteva mancare, in apertura, il commento ai dati OCSE diffusi ieri, secondo i quali grazie al Jobs Act sono stati creati circa 850.000 posti di lavoro a partire dal 2014. Dati che hanno sottolineato anche il missmatch delle competenze nel nostro paese, con un basso investimento negli studi universitari (e conseguente basso numero di laureati) e 13 milioni di adulti in difficoltà dal punto di vista del saper fare, che si trovano di fronte alla necessità di riqualificarsi. Proprio incontro a questa esigenza devono andare le politiche attive, secondo Chiara Gribaudo, che apre il dibattito ricordando quanta strada sia già stata fatta dalla creazione di ANPAL, in particolare con l’assegno di ricollocazione ma anche per tutelare e rafforzare il ruolo dei centri per l’impiego. Punto ripreso anche da Cristina Grieco, la quale ha ricordato gli sforzi compiuti e ancora necessari al coordinamento delle politiche attive nelle varie regioni, il lavoro svolto attraverso la Garanzia Giovani e i legami costruiti con il mondo della formazione.
Dati significativi dal Ministro Poletti, il quale ha sottolineato che, all’interno dei flussi del mercato del lavoro, ogni anno circa 150.000 persone cambiando lavoro si spostano anche da un settore ad un altro: l’esigenza di riqualificarle, anche per aiutarle nella ricollocazione, è centrale per le politiche attive. Il Ministro ci ha tenuto a evidenziare la nuova impostazione costruita sul tema, promossa anche nell’ambito del recente G7 del lavoro a Torino: i ministeri del lavoro, dell’istruzione e dello sviluppo economico starebbero conducendo insieme questo ambito così complesso, in modo da poter affrontare efficacemente le sfide poste dall’insieme di politiche messe in campo in questi anni. Non solo Jobs Act, ma anche alternanza scuola lavoro e sistema duale, fino ad arrivare a Industria 4.0.
Molti gli spunti provenienti dai partecipanti al lungo tavolo, tanti esempi di buone pratiche costruite sui fondi bilaterali e con il partenariato sociale, nonché la richiesta di semplificazione di alcuni punti ancora critici nel panorama delle politiche attive. Valorizzazione dell’apprendistato, importanza della prossima decontribuzione per i giovani che alcuni chiedono non abbia limiti settoriali, necessità di investire sul capitale umano e sulle strutture dei centri per l’impiego, da integrare efficacemente con la rete delle agenzie private.
Maurizio Del Conte ha infine risposto alle tante sollecitazioni, ricordando come, nel 2014, i centri per l’impiego riuscissero a intermediare soltanto il 2% dei disoccupati in cerca di lavoro: un numero che sta crescendo e che ANPAL si impegna prima a raddoppiare e poi a migliorare ancora. Proprio sul ruolo di ANPAL si è concentrato il suo Presidente, ricordando come il suo sia un ruolo innanzitutto di coordinamento e da valorizzare in quanto tale, anche attraverso il limite alla moltiplicazione delle denominazioni che le varie politiche prendono nelle varie regioni, rischiando di creare confusione. Il concetto emerso è la necessità di standard condivisi e rispettati, ai quali naturalmente ognuno può poi integrare le proprie proposte in base a necessità e opportunità.
Alla fine dell’incontro, Chiara Gribaudo si dichiara soddisfatta del pomeriggio: “Crediamo che sia sempre più necessario avere discussioni larghe con tutti gli attori coinvolti sui temi del lavoro, soprattutto su politiche così complesse che non possono essere attuate efficacemente senza la partecipazione attiva di tutti i soggetti istituzionali e sociali” dichiara la deputata dem, che continua “sicuramente questa sera è emerso un punto: dalle politiche attive non si torna indietro. La scelta fatta con il Jobs Act di mettere a sistema le esperienze precedenti, italiane e straniere, e dare loro una struttura e un coordinamento nazionale è stata vincente. Ha richiesto e richiederà ancora tempo per essere implementata e migliorata, ma si tratta di una rivoluzione per il nostro mercato del lavoro, quella che avrà gli effetti più profondi, positivi e duraturi per il nostro Paese, sia dal punto di vista dell’occupazione che della produttività”.