Rebus sui tempi delle primarie. Delrio fa un passo indietro: “Basta parlare di candidati”
Di Simona Corcos
Domani, sabato 7 luglio, l’Ergife di Roma ospiterà i lavori dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, che aprirà probabilmente la fase congressuale.
Il Pd archivierà la parola “reggente” ed eleggerà il nuovo Segretario, che sarà con tutta probabilità, proprio Maurizio Martina.
Una linea quasi unitaria, sul nome del Segretario e sul Congresso. Anche l’ala renziana sembra d’accordo sulla necessità di avviare la fase congressuale per arrivare preparati alle elezioni europee di maggio 2019 e alle amministrative. Resta da sciogliere il nodo di fondo, la data delle primarie del partito.
Data che l’ala dura renziana vorrebbe far slittare a dopo le europee (nonostante le posizioni delle ultime ore siano favorevoli ad anticipare i tempi) e che esponenti come Andrea Orlando e il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti (futuro candidato che vorrebbe essere incoronato dopo il Congresso) chiedono non vada oltre l’inizio del 2019, in modo di arrivare con un nuovo segretario agli appuntamenti elettorali del prossimo anno.
Oltre a Zingaretti, per le primarie, nelle ultime ore è circolato il nome di Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera, che però ha ribadito la volontà di non candidarsi per ragioni personali e politiche. “Bisogna ridare valore ai propri ideali. Domani si apre la fase congressuale. Bisogna ripartire da una riflessione sui contenuti: di cosa ha bisogno la società italiana? Che messaggio vogliamo dare? Il partito ha bisogno di umiltà, non di personalismi e di divisioni. Dobbiamo discutere sui contenuti. E’ in atto un confronto tra forze politiche, culture e modelli di sviluppo” ha dichiarato a Radio Anch’Io, aggiungendo “Non voglio sottovalutare il tema della leadership ma a forza di parlare di persone ci siamo dimenticati dei bisogni della società”.
Mentre Paolo Gentiloni la scorsa settimana aveva parlato della necessità di costruire un’alleanza ampia per l’alternativa all’attuale esecutivo.
Si lavora anche alla segreteria che dovrà affiancare Martina da qui al Congresso: dovrebbero esserci Simona Malpezzi e Tommaso Nannicini. Martina vorrebbe confermare l’attuale responsabile dell’organizzazione Andrea Rossi, mentre l’ala renziana spinge per Caterina Bini.
L’idea è quella di costruire un nuovo progetto di partito di lungo termine, dove il recupero del consenso sul territorio diventi parte cruciale del percorso. Un primo documento potrebbe essere elaborato entro fine luglio, con l’istituzione di una Commissione su base nazionale dedicata alle modifiche dello Statuto. Con l’avvio di questo nuovo percorso, ad ottobre potrebbe essere organizzato un forum nazionale aperto ai circoli, agli amministratori locali, oltre che alle associazioni e alla società civile, tenendo conto della data già bloccata della Leopolda 2018 di Firenze (19-20-21 ottobre).
Da segnalare inoltre le considerazioni di Dario Franceschini, durante la riunione di Area Dem: il Pd alle prossime primarie non eleggerà probabilmente il candidato premier, considerando sia l’attuale legge elettorale ma soprattutto lo scenario politico, ma eleggerà il Segretario del Partito.
Sullo sfondo, anche il timore di non raggiungere domani il numero legale. Il problema del numero legale potrebbe scontare la data di domani, sabato 7 luglio e l’eventuale somma delle assenze politiche, ovvero di chi vorrebbe rinviare il Congresso a dopo le europee.