*Riceviamo e pubblichiamo:
Spettabile Comitato Olimpico Nazionale Italiano,
Vi scriviamo oggi in merito alle numerose e gravi preoccupazioni sui diritti umani che riguardano i Giochi Invernali di Pechino 2022 e, data la gravità di queste preoccupazioni, affinché il Comitato Olimpico Nazionale Italiano rivaluti la sua partecipazione ai Giochi.
Come senza dubbio saprete, i Giochi Invernali del 2022 si svolgeranno in un contesto di gravi e crescenti violazioni dei diritti umani, in particolare il trattamento riservato dalla Cina al popolo Uiguro. Almeno due milioni di musulmani Uiguri, Kazaki e Uzbeki sono attualmente incarcerati in “campi di rieducazione” sottoposti a torture sistematiche, stupri e rieducazione politica.
Questa repressione si estende anche ad altre realtà che vivono sotto il governo del Partito Comunista Cinese. La situazione nel Tibet occupato illegalmente è peggiorata drammaticamente negli ultimi dieci anni e nel gennaio 2021 è stato indicato come il peggior posto al mondo per i diritti civili e politici, insieme alla Siria.
A Hong Kong, il governo cinese ha implementato un disegno di legge draconiano sulla sicurezza nazionale che viene utilizzato per criminalizzare le proteste e anche le critiche blande al governo cinese. Le proteste dei Mongoli meridionali, che vedono sradicare la loro lingua e cultura, vengono represse con la forza.
Nel frattempo, la Cina continua a incarcerare più giornalisti di qualsiasi altro paese al mondo, rendendo difficile conciliare le affermazioni del governo cinese secondo cui i Giochi saranno caratterizzati da uno spirito di “apertura”.
Da ogni angolo del mondo arriva una forte presa di posizione da parte di esperti e cittadini. Nel maggio 2021, durante una riunione delle Nazioni Unite ad alto livello, l’ambasciatore delle Nazioni Unite del Regno Unito ha definito la situazione degli Uiguri “una delle peggiori crisi dei diritti umani del nostro tempo”.
Nel giugno 2020, 50 esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno rilasciato una dichiarazione pubblica senza precedenti sulla continua incapacità della Cina di affrontare la “grave preoccupazione” in corso e crescente per la repressione collettiva di Uiguri e Tibetani, le sparizioni di difensori dei diritti umani e la repressione su vasta scala delle libertà fondamentali.
Inoltre, queste politiche vengono sempre più riconosciute dai governi e dai parlamenti internazionali, inclusi Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Paesi Bassi, come genocidio. I Giochi invernali del 2022 corrono un serio rischio di legittimare questi abusi. L’indicazione più chiara di ciò viene dai Giochi olimpici del 2008, quando la Cina ha assunto una serie di impegni in materia di diritti umani durante la sua candidatura e poi ha immediatamente fatto marcia indietro e ha intensificato la repressione contro Tibetani, Uiguri e critici del governo.
Nonostante ciò, non ha mai affrontato alcuna sfida da parte del Comitato Olimpico Internazionale. Gruppi ed esperti per i diritti umani, tra cui Human Rights Watch, hanno avvertito che i Giochi del 2022 si svolgeranno in una situazione dei diritti umani significativamente peggiore di quello del 2008.
Crediamo che gli olimpionici siano persone di coscienza impegnate nella Carta Olimpica e nei suoi Principi Fondamentali dell’Olimpismo, principi che includono: un focus sullo “sviluppo armonioso dell’umanità”, “promuovere una società pacifica interessata alla conservazione della dignità umani” e diritti e libertà per tutti “assicurati senza discriminazioni di alcun tipo”.
Con questo impegno in mente, insieme al crescente accordo secondo cui il governo ospitante delle Olimpiadi invernali del 2022 sta attivamente commettendo gravissime violazioni contro il popolo Uiguro ed è impegnato in una massiccia campagna di repressione contro Tibetani, Hongkonghers, Mongoli meridionali e cittadini Cinesi, è difficile vedere come questi forti principi olimpici si concilino con la realtà attuale.
Con il rifiuto di agire del Comitato Olimpico Internazionale – nonostante le prove schiaccianti – spetta dunque ai Comitati Olimpici Nazionali prendere una posizione significativa e solida. La linea d’azione più incisiva e coraggiosa sarebbe il boicottaggio dei Giochi invernali del 2022, accompagnato da una dichiarazione pubblica secondo cui il Comitato Olimpico Nazionale Italiano non può sostenere sinceramente in buona fede la Carta Olimpica inviando una squadra ai Giochi.
Chiediamo ci venga data l’opportunità di incontrare voi e altri rappresentanti del Comitato Olimpico Nazionale Italiano per discutere le nostre serie preoccupazioni, informarvi sulla situazione che stanno affrontando gli attivisti Tibetani, Uiguri, di Hong Kong e Cinesi e discutere una linea d’azione.
Si prega di contattare i sotto firmatari per discutere l’organizzazione di questo incontro. Inoltre, invitiamo il Comitato Olimpico Nazionale Italiano a garantire che tutti i suoi atleti siano immediatamente e adeguatamente informatisulla grave situazione dei diritti umani sopra descritta.
Il briefing dei nostri atleti è fondamentale per garantire che siano adeguatamente informati sulla situazione politica in Cina. Ancora una volta saremmo lieti di discutere con voi su come informare al meglio i vostri atleti sulle sistematiche violazioni dei diritti umani da parte della Cina.
Questo documento è consegnato in data 23 giugno al CONI in Roma a nome delle seguenti aderenti associazione e gruppi. Cordiali saluti e grazie per l’attenzione.
Per gli aderenti:
Dott.ssa Marilia Bellaterra (Aref International Onlus), Dott. Claudio Cardelli (Associazione Italia-Tibet), Kelsang Dechen (Comunità Tibetana in Italia).