Al via alla Camera l’iter della proposta presentata da AP. Obiettivo: monitorare degrado e rischi per la sicurezza
La Commissione Affari Costituzionali della Camera ha iniziato, nella giornata di ieri 3 maggio, la discussione della proposta di istituzione (Relatore Dore Misuraca, deputato AP) di una Commissione di inchiesta monocamerale sulle condizioni delle periferie italiane.
La proposta in esame era stata presentata lo scorso 11 aprile in conferenza stampa da alcuni esponenti di Area Popolare, tra cui l’ex ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. L’obiettivo è quello di monitorare lo stato di degrado dei sobborghi cittadini e l’eventuale presenza di rischi per la sicurezza determinati dalla presenza di cittadini stranieri emarginati. Ciò, al fine di offrire al Governo le informazioni necessarie per elaborare strumenti di prevenzione e controllo dei contesti periferici in grado di alimentare tensioni sociali, nonché di agire da incubatori per la diffusione di fondamentalismi religiosi.
A quanto previsto dal testo della proposta, la Commissione di inchiesta (che, in quanto monocamerale, riguarderà solo Montecitorio) sarà composta da venti deputati nominati dal Presidente della Camera in proporzione alla composizione dei Gruppi parlamentari, e dovrà concludere i propri lavori entro un anno dal suo insediamento. Nell’arco dei sessanta giorni successivi a tale scadenza, la Commissione presenterà in Aula una relazione finale sulle analisi svolte, nella quale oltre alla fotografia dello stato in cui si trovano le periferie dovranno essere tracciate le misure da intraprendere per promuovere l’integrazione sociale e prevenire le minacce alla sicurezza.
Una Commissione di inchiesta, quindi, destinata ad affrontare un tema particolarmente delicato, e che, una volta istituita, sarebbe auspicabile si soffermasse sulla necessità di restituire alle zone periferiche quella dignità ora intaccata dall’idea che si tratti di luoghi marginali.