Colle Prenestino, una borgata formatasi tra il 1960 e il 1970, è una frazione di Roma Capitale ad oggi abitata da più di 7mila persone. Si trova a cavallo della via Prenestina ed è situata su di un colle, nel mezzo dei tanto estesi terreni agricoli prenestini. Abbiamo conosciuto Giuseppe Lanzillotta, presidente del Comitato di Quartiere Colle Prenestino nato circa 10 anni fa, quando Gianni Alemanno ero il primo cittadino della Capitale.
“Il nostro Comitato è nato nel 2011 a seguito di una visita dell’allora sindaco di Roma, Alemanno. In quell’occasione il primo cittadino, interagendo con la cittadinanza riunita in assemblea pubblica, aveva suggerito la nascita di un comitato per cercare di dar voce alle varie problematiche del quartiere”. Il Cdq Colle Prenestino si occupa principalmente di tutte le varie questioni che interessano, a vari livelli, i cittadini del quartiere come traffico, spazzatura, verde pubblico, degrado urbano e condizioni di vivibilità. Come è possibile notare anche dalla loro pagina Facebook “Cdq Colle Prenestino”, lo scorso 26 Aprile il Comitato è sceso in piazza per dire “no” al progetto delle stazioni di biodigestore, stazioni di riciclaggio per lo smaltimento dei rifiuti organici che trasformano in energia. Si tratta di una nuova tecnologia e in Italia già sono presenti soprattutto al Nord.
Anche durante la pandemia, come sottolineato dal presidente stesso “il lavoro del Comitato non si è interrotto. I problemi sono rimasti gli stessi di sempre e invece di incontrarci di persona, abbiamo organizzato assemblee e riunioni in modalità virtuale, così da limitare i contatti”.
“Sicuramente uno dei nostri obiettivi – spiega il Presidente – è quello di cercare di migliorare la qualità della vita per i cittadini del Quartiere, e non solo. Ad esempio, da Colle Prenestino è impossibile raggiungere i quartieri limitrofi in bicicletta o a piedi a causa dell’inesistenza di marciapiedi o dall’impraticabilità di quest’ultimi. Questo ci spinge a pensare al poco interesse delle istituzioni verso le periferie. Il problema grande – conclude Giuseppe- è la mancanza di volontà politica ad affrontare i problemi oltre alla cronica mancanza di fondi da investire nelle periferie”.