Presentata da Roberto Morassut (Pd), con gli ex sindaci Rutelli e Veltroni, la relazione conclusiva della Commissione d’inchiesta. 22 milioni di italiani vivono nelle Città metropolitane, quasi 6 in quartieri marginali
Degrado, sicurezza, inclusione sociale, diritto all’abitazione, disoccupazione, consumo del suolo, effetti della globalizzazione, integrazione dei migranti, tutela dell’ambiente, mobilità. Sono queste alcune delle tematiche al centro della relazione conclusiva dei lavori che la Commissione d’inchiesta sulle periferie ha condotto da luglio 2016 a dicembre 2017, presentata lunedì 19 febbraio a Roma da Roberto Morassut (deputato Pd estensore del documento e autore del libro “Le borgate e il dopoguerra”), alla presenza degli ex sindaci della Capitale Francesco Rutelli e Walter Veltroni.
La relazione dà conto delle attività portate a compimento dai 20 deputati membri della Commissione, articolandosi in 5 sezioni tematiche (rigenerazione urbana, abitare, sicurezza urbana, politiche attive per il sociale e strumenti di finanziamento) e 10 monografie urbane, dedicate alla gran parte delle aree metropolitane d’Italia: Roma, Milano, Napoli, Bologna, Firenze, Torino, Bari, Palermo, Genova e Cagliari. Inoltre, nelle 500 pagine del testo trovano spazio i resoconti delle audizioni e dei sopralluoghi effettuati durante i circa 18 mesi di inchiesta monocamerale sulle periferie.
In base ai dati riportati nella relazione finale, circa 22 milioni di italiani vivono nelle 14 città metropolitane definite dalla Legge 56/2014, dei quali oltre 9,5 milioni risiedono nei soli Comuni capoluogo. All’interno di quest’ultimo gruppo, quasi 6 milioni di persone abitano in aree urbane periferiche o marginali. Dunque, un elevato numero di residenti nel nostro Paese vive o lavora in periferia, termine che ormai non consiste più in una mera distanza geografica dai centri storici ma che identifica contesti interessati da fenomeni di disagio economico-sociale, marginalità produttiva, carenza di servizi di interesse generale e illegalità più o meno diffusa.
Nei quartieri periferici delle metropoli si riscontra infatti con maggiore facilità la presenza di famiglie in condizioni di difficoltà materiale, di giovani che non studiano né lavorano e di stranieri dal difficile inserimento nella società, cui non di rado si abbinano edifici in condizioni mediocri o pessime, territori che sfuggono al controllo delle autorità e comportamenti ad alto impatto ambientale (come i roghi di rifiuti tossici). Di conseguenza, appare sempre più necessario un completo ripensamento delle politiche urbane che favorisca la rigenerazione e l’integrazione delle periferie, in modo da liberarne l’ampio potenziale in termini di crescita economica, sviluppo sostenibile, occupazione e offerta culturale. Potenziale, troppo spesso nascosto dietro delle realtà di “quartieri dormitori” dove proliferano l’isolamento sociale e la sfiducia nei confronti dello Stato e della Pubblica Amministrazione.
Gli approfondimenti compiuti dalla “Commissione d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie” indicano delle possibili direttrici d’azione di medio-lungo periodo, improntate alle politiche europee e internazionali che mirano ad adeguare gli insediamenti urbani ai moderni standard di qualità della vita, a rafforzare la capacità delle città di attrarre filiere produttive e a modernizzare funzionalità e servizi all’insegna del paradigma delle smart city. Non a caso, è dalla valorizzazione delle vecchie e nuove periferie urbane che passeranno molte delle sfide che attendono l’Italia relativamente a dinamiche quali la ripresa dalla crisi finanziaria, la gestione dei flussi migratori, la riduzione delle emissioni inquinanti (mediante soluzioni di mobilità sostenibile per i milioni di pendolari e la riqualificazione energetica degli immobili più datati) e le trasformazioni tecnologiche in atto.
L’indagine della Camera offre quindi l’opportunità di entrare in contatto con una realtà rilevante del Paese, fornendo delle informazioni indispensabili per le decisioni che il prossimo Parlamento e il prossimo Governo dovranno prendere, sebbene i partiti abbiano finora evitato di affrontare il tema periferie in campagna elettorale.
Leggi la relazione conclusiva della Commissione d’inchiesta sulle periferie