Risoluzione del vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera, Sestino Giacomoni (FI) per rafforzare le misure agevolative. LabParlamento lo ha intervistato
Con la legge di bilancio 2017 è stato introdotto il principio secondo cui la leva fiscale può essere utilizzata per indirizzare i risparmi degli italiani verso l’economia reale del Paese. La legge di bilancio 2017 ha infatti previsto che chi investe somme di denaro in Piani individuali di Risparmio (PIR) per almeno 5 anni non paga l’aliquota del 26% sui redditi di capitale o di natura finanziaria. Poi, la Commissione Finanze della Camera dei Deputati ha approvato un emendamento presentato dall’on. Sestino Giacomoni (FI), che è divenuto norma di legge entrando nella cosiddetta “manovrina” (il decreto legge 50 del 2017), e che ha esteso l’agevolazione fiscale prevista per i piani individuali di risparmio anche ai “piani istituzionali”, sottoscritti cioè dai Fondi Pensione e dalle Casse di Previdenza.
Ieri, la Commissione è tornata ad occuparsi del tema, discutendo una mozione presentata sempre dall’on. Giacomoni, vicepresidente della medesima Commissione. La Commissione per ora ha rinviato il voto sulla questione che il Pd condivide, comunque, nel merito. Labparlamento ha incontrato il deputato azzurro per approfondire il tema.
On. Giacomoni cosa prevede la risoluzione che ha presentato?
“Prevede sostanzialmente il rafforzamento delle misure agevolative in favore di investimenti qualificati e di piani di risparmio a lungo termine. Credo infatti sia utile superare i limiti oggi esistenti in termini di agevolazioni fiscali, riservati a coloro che decidono di investire nei Piani Individuali di Risparmio”.
Possiamo entrare più nel merito?
“Oggi è possibile investire nei Pir sino a 30.000 euro l’anno, per un totale di 150.00 euro in 5 anni. Io penso si debba alzare questa asticella e consentire investimenti sino a 100.000 euro annui, per un totale di 500.000 euro in 5 anni. Così come ritengo importante elevare, dal 5% al 10% del patrimonio, il tetto per usufruire delle agevolazioni fiscali da parte delle Casse di previdenza e dei Fondi pensione”.
Cosa l’ha spinta ad avanzare questa proposta?
“Anzitutto i dati relativi alle raccolte. I Piani individuali di risparmio stanno avendo un grande successo. Stiamo parlando di oltre 5 miliardi raccolti in pochi mesi e le previsioni dicono che si raccoglieranno 70 mld di euro nei prossimi 5 anni e oltre 150 mld in 10 anni. Insomma, pare proprio che la Pir mania stia conquistando tutti gli italiani e credo che tutto questo avrà un ruolo centrale anche per la ripresa economica che ancora stenta ad arrivare, un ruolo importante quanto il Quantitative Easing della BCE di Draghi”.
Ci può spiegare quale impatto possono avere i Pir sull’economia reale?
“Le nuove regole imposte dall’Europa sui crediti, anche se come principio non sono sbagliate, perché sono volte a tutelare i risparmiatori, nella loro applicazione rischiano però, in un momento molto delicato per le banche, di rendere ancora più difficoltoso per le PMI l’accesso al credito attraverso il sistema bancario. Per questo, oltre che intervenire sull’Europa per scongiurarne l’applicazione delle nuove regole allo stock di Npl esistenti, dobbiamo fare di tutto affinché le nostre Pmi (che rappresentano il 98% del nostro tessuto produttivo) possano avere le risorse di cui hanno bisogno direttamente attraverso i mercati finanziari, senza dover passare per il sistema bancario, diminuendo così per il futuro il rischio dei crediti deteriorati per le banche stesse. Se questa mia risoluzione verrà approvata aumenterà la massa di risparmio che i privati indirizzeranno verso l’economia reale”.
Nella sua risoluzione c’è anche una richiesta al Governo in termini di semplificazione. Cosa si intende?
“Chiedo al Governo di favorire il collocamento e le quotazioni sul mercato di un paniere più ampio di titoli azionari e obbligazionari, semplificando le regole per l’emissione di azioni e obbligazioni da parte delle PMI, sensibilizzando anche Borsa Italiana a semplificare le procedure”.
Un’ultima domanda: la maggioranza come si pone rispetto a questa sua iniziativa?
“Sino ad ora c’è stata ampia condivisione. L’emendamento nato in Commissione e poi divenuto norma della manovrina dello scorso aprile è stato votato da tutti. Quanto alla mia risoluzione, ieri è stata discussa in Commissione e rinviata per essere approfondita meglio. Ma il PD ha già detto che nel merito la ritiene condivisibile”.