Intervistato da LabParlamento sulla classifica ‘Qualità della vita 2019’ de Il Sole 24 ore, il sindaco di Parma Federico Pizzarotti ha ‘omaggiato’ il sindaco di Milano Sala e il ministro dell’Interno Lamorgese e criticato l’ex ministro Salvini. Parma intanto è nella top ten a livello nazionale per qualità della vita e prima in Emilia-Romagna
Sindaco Pizzarotti, Parma è al 10 posto nella classifica “Qualità della vita 2019” de Il Sole 24 ore. Pensa sia corretto questo piazzamento?
Decima in Italia, prima in Emilia Romagna. Sono contento per la città, che dimostra ogni anno di fare un passo avanti nei servizi, nella qualità, nella sostenibilità. Tuttavia non sono un grande fan delle classifiche, né quando vanno bene e ci posizionano ai primi posti, né quando ci posizionano più in basso. Sicuramente Parma merita sempre il meglio: è una città che si dà da fare, si rimbocca le maniche e nei momenti di difficoltà tira fuori il meglio di sé.
Milano invece, per il secondo anno consecutivo, è al primo posto. Esiste secondo lei un “modello Milano” da cui tutti i Comuni dovrebbero prendere spunto?
Esiste una Milano competitiva a livello nazionale e internazionale, fucina di buone pratiche e di qualità. Milano merita il primo posto: ha un buon sindaco, ha un buon tessuto produttivo ed è una città sempre rivolta verso il futuro. Sono contento per il sindaco Sala e per tutti i milanesi.
Tra gli indicatori meno positivi per Parma c’è quello sulla giustizia e la sicurezza. Ha già preso provvedimenti per migliorare in questo ambito?
Più che il Comune è Roma che deve prendere provvedimenti, lo dico da tempo: ogni volta che cambia un ministro dell’Interno, richiedo sempre un incontro per avere più forze dell’ordine sul territorio e leggi più efficaci. Salvini è l’unico che ci ha fatto incontrare un sottosegretario. Recentemente, invece, ho avuto un incontro con il ministro Lamorgese: nel corso del 2020 arriveranno 50 forze dell’ordine in più in città. Siamo sotto organico da tempo, lo Stato deve fare di più per le proprie città. Il ministro Lamorgese, a differenza del predecessore, ha dimostrato sensibilità e competenza.
Il 16 febbraio 2018 Parma è stata nominata Capitale italiana della cultura per l’anno 2020. Un riconoscimento importante nonostante in Italia la cultura sembra più un peso che una risorsa sulla quale investire.
Ha ragione. Abbiamo tutti sentito dire più volte che con la “Cultura non si mangia”. È vero il contrario: la cultura deve essere il metronomo della vita di una città e di un Paese, in grado di abbattere le barriere tra le persone e le culture, in grado di creare opportunità e ricchezza materiale e immateriale. Parma punta molto sulla cultura, il 2020 sarà un anno magico. Ma stiamo già pensando alla città del 2030: non vogliamo realizzare un anno della cultura come fosse una grande festa di capodanno, che il giorno dopo nelle piazze lascia il vuoto di chi ha appena festeggiato. Guardiamo già oltre: il 2020 è per Parma un esempio di quello che potrà essere tra 10 anni. Una città viva e produttiva.
Negli ultimi 20 anni la scure dei tagli da parte di governi di tutti i colori politici si è abbattuta sugli enti locali. Quanto è costato ai cittadini questo orientamento in termini di qualità della vita?
Il punto è molto semplice: meno soldi ci sono, più è difficile esprimere qualità. La conseguenza è che o si riducono i servizi, oppure si mantengono servizi di qualità aumentando il costo degli stessi. Questo è il prodotto dei tagli. Molto spesso a farne le spese sono le città, quindi i cittadini. Per questo come Anci chiediamo costantemente di non tagliare risorse ai Comuni. Negli ultimi 10 anni ne sono stati fatti tanti, ultimamente il trend si è invertito.
Spesso quando si parla di “qualità della vita” si pensa all’ambiente, all’inquinamento. E’ giusto, ma qualità della vita è molto di più e soprattutto è legata ad un concetto più ampio che è quello di sostenibilità. Secondo Lei, classifiche a parte, in Italia si sta perseguendo l’obiettivo della “piena sostenibilità”?
Sostenibilità è la parola chiave del domani. Parma è tra le prime città in Italia che ha puntato sulla sostenibilità. Significa, in soldoni: scuole sicure dal punto di vista strutturale ed eco-sostenibili, aumento della raccolta differenziata e tutela dell’ambiente, incentivi per la riconversione degli edifici privati dal punto di vista eco-sostenibile, incentivazione del trasporto pubblico e chiusura progressiva del centro storico alle auto. Parma è vista come un modello di sostenibilità, ma deve essere un progetto corale: del Paese e di tutte le città d’Italia.