Ricca di spunti la decima settimana mondiale dell’alfabetizzazione mediatica e informatica, incontro globale organizzato dall’UNESCO proprio per ricordare e mettere al centro l’importanza dell’educazione e dell’uso consapevole degli strumenti innovativi.
L’alfabetizzazione mediatica, fattore chiave per promuovere l’inclusione, il miglioramento dei servizi pubblici e di una migliore qualità della vita, è generalmente definita come la capacità di accedere ai media, di comprendere e valutare criticamente i loro diversi aspetti e contenuti, creando comunicazioni in una varietà di contesti sempre più eterogenei.
La Giornata mondiale, istituita nel 1967, si celebra per sottolineare l’importanza dell’alfabetizzazione per tutti i Paesi e le culture: scarse o inesistenti abilità di scrittura e di lettura rendono infatti l’individuo più vulnerabile nella gestione della sua salute, del suo lavoro, della sua vita. L’alfabetizzazione, dunque, non è soltanto parte del diritto fondamentale di tutti gli uomini all’istruzione, ma è uno strumento unico e potente per sradicare la povertà e per determinare il progresso sociale e umano.
Il tema dell’edizione di quest’anno, dal titolo “L’alfabetizzazione per una ripresa incentrata sull’uomo: ridurre il divario digitale“, si è dimostrata particolarmente importante, poiché la pandemia da Covid-19 ha rappresentato il maggiore ostacolo ai sistemi di istruzione e di formazione, determinando chiusure scolastiche che hanno interessato oltre 1,6 miliardi di studenti in tutto il pianeta, amplificando le diseguaglianze preesistenti nell’accesso a significative opportunità di apprendimento e colpendo in modo sproporzionato 773 milioni di giovani e adulti non alfabetizzati.
La settimana dell’alfabetizzazione mediatica, seguita dalla Global Media and Information Literacy Week, rappresentano occasioni utili per seminare, nel vasto campo della digitalizzazione, i semi di una responsabilizzazione all’uso collettivo dei media, ma non solo. La promozione di queste giornate, infatti, ha preconizzato di gran lunga quello che poi è esploso in tutta la sua virulenza, ovvero l’incompetenza di gran parte dei cittadini all’uso delle strumentazioni tecnologiche, impreparazione che ha favorito l’aumento esponenziale della disinformazione online, della polarizzazione politica, della crescente influenza negativa delle piattaforme digitali sulle percezioni e sul senso di verità stessa, riscontrata non ultimo durante gli avvenimenti della pandemia di COVID-19.
Ma la ratio dell’educazione digitale – obiettivo da raggiungere anche attraverso gli appuntamenti annuali dell’UNESCO – è quello di sollecitare individui e organizzazioni a comprendere e dotarsi di tutte quelle competenze che la modernità richiede, in primis quelle relative all’alfabetizzazione mediatica e informativa per comprendere la posta in gioco e per contribuire e trarre vantaggio dalle opportunità dei nuovi strumenti di comunicazione di massa.
Se da un lato, infatti, i media restano fattori determinanti per dar modo ai cittadini di comprendere meglio il mondo e partecipare alla vita democratica e culturale, è vero anche che il loro consumo, negli anni, è cambiato velocemente. È pertanto cruciale arrivare ad una migliore conoscenza e comprensione del modus operandi dei media nel mondo digitale, dell’identità dei nuovi soggetti nell’economia della comunicazione online e delle nuove possibilità, sfide e criticità che il consumo di media digitali può rappresentare. Per questo l’alfabetizzazione mediatica nell’ambiente digitale è ritenuta un obiettivo fondamentale da parte di tutte le istituzioni. E non più rinviabile.