L’isola di Ponza è al centro degli interventi del PNRR per la crescita sostenibile e lo sviluppo armonioso delle realtà insulari. Il “Programma Isole Verdi” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza intende superare i problemi legati alla mancanza di connessione con la terra ferma, di efficientamento energetico, di scarso approvvigionamento idrico e il complesso processo di gestione dei rifiuti.
L’attuale amministrazione comunale, in sinergia con le piccole attività economiche locali e l’associazionismo, punta a far divenire Ponza un laboratorio per lo sviluppo di modelli economici al 100% sostenibili. Il Comune di Ponza ha strutturato il finanziamento per un totale di quattro schede progettuali finalizzate all’ottimizzazione dell’efficientamento energetico, mobilità sostenibile, gestione del ciclo dei rifiuti urbani, economia circolare e produzione di energia da fonti rinnovabili.
L’obiettivo da perseguire, attraverso la proposta inoltrata dal comune di Ponza, è quello di completare il passaggio da un’economia lineare ad una circolare attraverso la diffusione di azioni mirate. Gli interventi proposti miglioreranno l’affidabilità e la resilienza del sistema elettrico esistente grazie ad una gestione integrata ed efficiente delle risorse.
Attualmente, i Comuni interessati al programma sono: l’Isola del Giglio, Capraia, Ponza, Ventotene, Isole Tremiti, Ustica e Pantelleria; Leni, Malfa e Santa Marina Salina, tutti ricadenti nell’Isola di Salina; Favignana, Lampedusa e Lipari. I tredici Comuni, destinatari del programma, potranno dunque impiegare i fondi del PNRR per rafforzare la gestione energetica ed ambientale del territorio.
Nello specifico, il Programma Isole Verdi intende a trasformare i piccoli territori in modelli virtuosi, “100% green”. Inoltre, a causa dell’aggressione russa all’Ucraina con il conseguente aumento del costo energetico, Ponza punta a divenire un hub energetico sostenibile con un incremento dell’illuminazione comunale di oltre 2000 nuovi punti luce ed il rinnovamento degli impianti utilizzati dagli edifici pubblici. Le isole minori si presentano come un ottimo campo di sperimentazione e, in parte, come cartina di tornasole dei mancati investimenti del passato.
Interventi per promuovere importanti ed efficaci iniziative in contrasto alla crisi climatica, puntando con decisione su nuovi impianti a fonti rinnovabili, lo sviluppo dell’economia circolare, il completamento del sistema impiantistico fognario, la riconversione ecologica della mobilità e dell’approvvigionamento idrico, la promozione dei prodotti tipici e sostenibili, il marketing territoriale e la sinergia tra imprese e amministrazioni comunali possono rappresentare una rinascita per le realtà insulari, generando occupazione innovativa e giovanile e divenendo modelli di sviluppo economico da imitare altrove.
D’altronde, avere un modello energetico dove dialogano impianti solari e altri sistemi energetici green, sistemi efficienti e di accumulo, smart grid e auto elettriche, può consentire di valorizzare al massimo le risorse rinnovabili disponibili e di chiudere le centrali inquinanti e l’approvvigionamento di fonti fossili dalla terraferma. Il problema è che oggi ci sono grossi ritardi rispetto al resto d’Italia, poiché ognuna di queste isole avrebbe potenzialità di produzione da rinnovabili particolarmente elevate.
Secondo il recente studio dell’Osservatorio Isole Sostenibili, promosso da Legambiente e dal CNR-IIA, le nostre 27 isole minori abitate risultano per oltre due terzi, nel 2021, ancora non interconnesse alla rete elettrica nazionale, quasi il 40% non dispone di un sistema di trattamento delle acque reflue e nel complesso contano un numero di impianti per la produzione da fonti rinnovabili tra i più bassi del Paese, vedendo circolare un numero troppo elevato di autoveicoli in rapporto agli abitanti.