La privacy non va in vacanza. Nemmeno sulle spiagge, dove capita sempre più spesso sentire ronzii e brusii appena sopra le teste dei bagnanti che, alzando gli occhi, si trovano scrutati dai droni.
Qualche mese fa, il Garante per la privacy ha acceso un faro nei confronti di iniziative che prevedono con troppa facilità l’utilizzo di questi velivoli elettronici. Il ricorso sempre più frequente e per le finalità più diverse a questi strumenti potrebbe risultare, infatti, lesivo della riservatezza delle persone riprese.
L’attività del Garante, in particolare, si è concentrata sul Comune di Bari che, secondo quanto risulta da un comunicato presente sul sito istituzionale e da notizie di stampa, in aggiunta alla flotta di droni già utilizzata dalla Polizia locale, avrebbe voluto utilizzarne altri per monitorare “eventuali assembramenti incompatibili con le limitazioni dovute alla gestione della pandemia da Covid”.
Ma il fenomeno dei droni-spioni non si ferma alle spiagge pugliesi. La scorsa estate, una analoga richiesta di informazioni è stata inviata a Roma Capitale. Secondo notizie di stampa, infatti, in autunno la Polizia Locale di Roma avrebbe dovuto dotarsi di 9 piccoli droni per il monitoraggio ed il controllo del territorio cittadino, velivoli da impiegare per il contrasto degli illeciti ambientali, rifiuti abusivi, roghi tossici, abusi edilizi e per esigenze di traffico. Troppo opaco secondo il Garante che, a tal proposito, avviò un’istruttoria intesa a verificare l’impatto dell’iniziativasulla privacy delle persone interessate e il puntuale rispetto della normativa in materia di trattamento dei dati.
Ma, come se non bastasse, un’ulteriore richiesta di informazioni è stata inviata dall’Autorità per la protezione dei dati personali anche all’ASL Roma 3 per verificare il corretto trattamento dei dati di tipo sanitario nell’ambito di una iniziativa in programma sulle spiagge di Ostia.
Secondo notizie di stampa, infatti, l’azienda sanitaria mediante un drone intendeva rilevare la temperatura corporea a tutte le persone presenti sulla famosa spiaggia romana. Discutibile, secondo i guardiani della privacy di piazza Venezia che, anche in tal caso, hanno chiesto maggiori informazioni sul progetto e sulla tecnologia usata, innovazioni che, se non adeguatamente controllata, rischiano di far passare il piacere di una domenica sotto l’ombrellone.