In merito all’intervista rilasciata ieri a “Il Messaggero” da Giuseppe Valditara, in cui il ministro dell’Istruzione e del Merito è tornato a parlare dell’assistenza psicologica nelle scuole, l’ANDIS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici) ricorda di essersi espressa sul tema già nel settembre del 2021 in occasione della presentazione della Proposta di Legge Carelli “Istituzione della figura professionale dello psicologo scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado”.
“Lo psicologo scolastico a nostro parere, però – ha precisato l’ANDIS in quell’occasione – non dovrebbe occuparsi solo delle situazioni di criticità (come quelle connesse alla riapertura delle scuole in tempo di COVID 19 o della diffusione dei fenomeni di bullismo/cyberbullismo, delle dipendenze da sostanze stupefacenti e alcoliche, dell’utilizzo problematico dei social media o del denaro…). Lo psicologo scolastico dovrebbe coordinarsi con la quotidianità delle scuole al fine di promuovere il benessere, inteso come diritto imprescindibile, di tutti gli attori della Comunità di Apprendimento dai dirigenti al personale docente e amministrativo, dai genitori agli studenti”.
“Lo psicologo – ha spiegato l’ANDIS – si qualificherebbe allora come figura di cura del contesto, aiuto all’acquisizione della consapevolezza proprio sul contesto, aumentando la riflessività di tutte le componenti della comunità scolastica. I livelli di intervento potrebbero così essere destinati alla persona, alla relazione, alla comunità. La scuola è luogo della relazione educativa e della didattica. Persona, relazione, comunità dovranno continuamente interconnettersi tra loro in modo interdipendente per garantire un’osmosi continua tra le esigenze del singolo e la dimensione della costruzione collettiva”.