Si vota con scrutinio segreto. Partita ancora tutta aperta
di Simona Corcos
Inizia oggi, con la convocazione dell’Aula del Senato alle 10.30 la XVIII Legislatura; alle 11 partiranno invece i lavori della Camera dei deputati. All’ordine del giorno di entrambe le Aule figurano: la costituzione dell’Ufficio provvisorio di Presidenza; la costituzione della Giunta delle elezioni provvisoria e la proclamazione di deputati e senatori subentranti; l’elezione del Presidente che avrà luogo per scrutinio segreto.
In base a quanto disposto dal Regolamento di Montecitorio, la seduta sarà presieduta dall’onorevole Roberto Giachetti nella sua qualità di Vicepresidente più anziano per elezione tra quelli della Legislatura precedente, mentre quella del Senato dal Presidente Emerito Giorgio Napolitano, senatore più anziano.
Si vota con scrutinio segreto in entrambe le Camere. Al Senato solitamente i tempi per l’elezione del Presidente sono brevi, circa due giorni: se dopo tre votazioni nessuno supera la maggioranza assoluta si va al ballottaggio tra i due più votati. Alla Camera, invece, i tempi possono essere più lunghi: serve la maggioranza dei due terzi nei primi tre scrutini, poi la maggioranza assoluta. L’elezione dei Presidenti di Camera e Senato sarà il primo banco di prova per capire i nuovi equilibri interni al Parlamento.
Come anticipato ieri, l’intenzione comune, per evitare “sgambetti”, sarebbe quella di procedere con votazioni simultanee. Le forze politiche, durante una riunione informale dei capigruppo svoltasi ieri alla Camera, sembrerebbero aver espresso infatti la volontà di far si che le assemblee procedano di pari passo, come garanzia degli eventuali impegni che saranno raggiunti. Proprio al Senato infatti, il centrodestra avrebbe i numeri per poter eleggere il Presidente senza l’appoggio di altre forze politiche, procedendo in maniera più spedita rispetto alla Camera grazie al meccanismo di votazione previsto dal regolamento.
Qualche curiosità: l’uscente presidente del Senato Pietro Grasso venne eletto al quarto scrutinio con ballottaggio. Laura Boldrini, come i suoi tre predecessori (Fini, Bertinotti e Casini) venne eletta sempre al quarto scrutinio, durante il quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti (ne ottenne 327).
Entro tre giorni dalla prima seduta deputati e senatori dovranno effettuare la dichiarazione di appartenenza ad un determinato Gruppo parlamentare, mentre entro il 29 marzo i Gruppi parlamentari dovranno eleggere i propri presidenti.