Quasi tutti conoscono i titoli dei miti greci più famosi. Ma se poi si scava in profondità, chiedendo trama e significato, ci si accorge che solo pochi sanno rispondere. Ecco perché gli artisti del collettivo nebvla hanno deciso di avvicinare il grande pubblico, compresa la generazione alpha, a questo tipo di cultura, utilizzando lo strumento digitale.
Si tratta nello specifico di video dalla breve durata, pubblicati su varie piattaforme social, in cui le sculture prendono vita e si raccontano.
Nebvla si pone come vero e proprio “aedo social” con l’ambizione di declinare la cultura greca attraverso i device più popolari. Semplici video, dunque, con le sculture digitali che nascono e si sviluppano secondo la fantasia dell’artista, che spesso va a riempire spazi che il tempo ha cancellato: come non rimanere affascinati dalla Nike di Samotracia che improvvisamente riacquista le sue ali?
Del resto la cultura greca per la sua natura duttile, così come i suoi miti, ha subito nel corso degli anni interpretazioni e rivisitazioni senza mai perdere di attualità. In questo senso l’idea di nebvla è quella di considerare la memoria della cultura classica non in una posa statica, come può essere un racconto (o storytelling) ma come atto creativo pratico, in cui lo scalpello dell’artista c’è, ma è in versione digitale 3D.
Andrea Koveos, giornalista, scrittore e podcaster con il suo progetto “Kalimera Koveos”, pubblica tutte le mattine, puntuale alle 6.45, un audio di un minuto sulla cultura greca.
Il Progetto Aedo nasce quindi dall’unione di queste due realtà, riproponendo in chiave digitale l’antica professione del rapsodo o contastorie, in grado di catalizzare l’attenzione del pubblico, tramandando una sapienza antica e aggiungendo qualcosa di nuovo ai vecchi e affascinanti racconti di dei ed eroi.
Si parte il 28 settembre con la pubblicazione del primo video “Laocoonte – Timeo me et dona ferentes” cui seguiranno tanti altri.