Presentato a Pescara da Di Maio. “Se non avremo la maggioranza, così proveremo a dare un governo all’Italia”. Comunicate le liste dei candidati, incognita ricorsi
Com’era nelle attese, è arrivata nella giornata finale del Villaggio Rousseau di Pescara la presentazione del programma del Movimento 5 Stelle. Ieri pomeriggio il candidato premier Luigi Di Maio ha infatti presentato i “20 punti per la qualità della vita degli italiani“, che accompagneranno la campagna elettorale all’insegna dello slogan “Partecipa. Scegli, Cambia”.
Tra gli argomenti affrontati dal documento, strutturato come il testo del centrodestra in elenchi puntati, spiccano i capisaldi della linea politica dei pentastellati: reddito di cittadinanza (con lo stanziamento di 2 miliardi per la riforma dei centri per l’impiego), pensioni minime a 780 euro, abrogazione di 400 leggi “inutili”, taglio di 50 miliardi di euro a costi e sprechi della politica, Daspo ai corrotti e uscita dal petrolio entro il 2050.
Rientrano nella tradizione grillina anche gli investimenti per creare nuove opportunità di lavoro e nuove professioni, la previsione di una piattaforma e-commerce per i prodotti Made in Italy (denominata Italia.it) e lo stanziamento di fondi per banda ultra larga, auto elettriche ed energie rinnovabili. Al tempo stesso, non risultano delle novità l’abolizione di spesometro, Equitalia, studi di settore e split payment, nonché la riorganizzazione delle società partecipate e la separazione tra banche commerciali e banche d’investimento (sul modello del Glass-Steagall Act statunitense).
Dai 20 punti emerge anche la trasversalità dell’M5S e la sua capacità di fare proprie istanze tanto del centrodestra quanto del centrosinistra. Da un lato, difatti, il Movimento propone la riduzione di Irpef e Irap, la stipula di trattati per il rimpatrio di migranti e l’ingresso di 10 mila effettivi nelle Forze dell’Ordine (con annessa costruzione di due nuove carceri), mentre dall’altro si parla di aumento della spesa pubblica per sanità e pubblica istruzione, di abolizione del precariato scolastico e di maggiore tutela dei beni culturali. Anche i pentastellati, poi, puntano a un superamento della legge Buona Scuola e a una revisione della riforma Fornero, mediante l’individuazione delle quote 100 e 41 per le pensioni di vecchiaia e di anzianità.
Nonostante presenti varie incognite in termini di coperture e praticabilità delle misure (unite alla limitata definizione di alcuni obiettivi e all’elusione di un argomento delicato come i rapporti con l’Ue), il programma messo a punto dal Movimento 5 Stelle riflette un cambio di strategia rilevante. Come affermato da Di Maio, qualora dalle elezioni del 4 marzo non scaturisse una maggioranza parlamentare i 20 punti saranno l’offerta che i pentastellati rivolgeranno alle altre forze politiche per garantire un governo all’Italia. Una svolta di non poco conto rispetto al rifiuto di ogni accordo con i partiti tradizionali (come avvenuto nel 2013), e che sancisce la prevalenza del pragmatismo del candidato premier sulle posizioni identitarie ribadite solo pochi giorni fa da Beppe Grillo.
Ulteriori novità per il Movimento arriveranno con l’annuncio a fine mese dei candidati nei collegi uninominali, selezionati da Luigi Di Maio guardando anche (e soprattutto) a personalità esterne alla formazione. Per il momento, a Pescara sono state rese note le liste proporzionali per Camera e Senato, frutto di Parlamentarie oggetto di contestazioni che potrebbero sfociare in ricorsi legali.